Extra costi, il Cds blocca gli aumenti

Ribaltata la sentenza con cui il Tar dell’Umbria aveva accolto – nel novembre 2018 – il ricorso di Gest, Gesenu e Tsa. Difetto di competenza. Esulta l’Auri

Condividi questo articolo su

La questione degli extracosti, che da un paio di anni contrappone Auri e gestori del servizio rifiuti (Gest, Gesenu e Tsa), va risolta da un tribunale ordinario, non dal Tar. Lo ha sancito il Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza del tribunale amministrativo regionale dell’Umbria del novembre 2018 e di fatto annullando i relativi aumenti in bolletta decisi dai gestori.

La natura degli extracosti

La questione – questa è la tesi – non va ricondotta al contratto di servizio, bensì al sindacato sulle valutazioni discrezionali operate dall’Auri in sede di riconoscimento dell’adeguamento tariffario. Non era tanto in discussione l’entità degli extra costi quanto la loro natura. Secondo l’autorità rifiuti questi derivano da responsabilità o scelte gestionali autonome dei gestori del servizio. E pertanto non potevano comportare alcuna variazione tariffaria. La questione ha interessato anche i comuni di Magione e Perugia, non costituiti in giudizio.

La competenza

La controversia in esame – scrive in sintesi il Cds – è meramente patrimoniale e di natura contrattuale, relative cioè al contratto di servizio, e l’oggetto del contendere investe comportamenti assunti dall’amministrazione nella fase di esecuzione del contratto. «Si tratta, in altri termini, di una controversia relativa all’esecuzione del contratto di gestione del ciclo dei rifiuti, di matrice civilistica, e, dunque, estranea, per le ragioni già evidenziate, al perimetro della giurisdizione esclusiva». La giurisdizione è del giudice ordinario.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli