FarmaciaTerni, sindacati all’attacco

Nel mirino di Filcams, Fisascat e Uiltucs c’è l’assessore Dominici: «Troppi lavoratori? Si pensi a tutelare azienda e occupazione»

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I sindacati confederali dei lavoratori del commercio, turismo e servizi – Filcams Cgil, Uiltucs Uil e Fisascat Cisl – all’attacco dell’assessore comunale alle partecipate, Fabrizio Dominici, sulle vicende relative a FarmaciaTerni, dove il management è dato ‘in uscita’ per volontà dell’amministrazione e l’approvazione del bilancio è tuttora in sospeso. Le tre sigle ribadiscono «la strategicità del ruolo di FarmaciaTerni, filiera importante del modello di welfare territoriale». Nel mirino ci finiscono alcune dichiarazioni dello stesso assessore che avrebbe evidenziato il numero eccessivo di dipendenti della controllata 100% comunale.

Gli ‘esuberi’

«Proprio in riferimento all’occupazione – scrivono i sindacati – non si comprende in base a quale parametro si definisce eccessivo il livello di lavoratori e lavoratrici in forza a FarmaciaTerni, dato che non esistono parametri omogenei di riferimento a livello nazionale e nemmeno sul fronte dei servizi erogati. Al contrario, a nostro avviso è necessario mettere in campo tutte le iniziative utili alla salvaguardia dell’integrità del servizio e dei livelli occupazionali».

«Manca il dialogo»

A mancare, per Filcams, Uiltucs e Fisascat, sarebbe soprattutto il dialogo con l’amministrazione comunale: «Riteniamo che vi sia la necessità di un confronto con l’assessore competente, al quale abbiamo chiesto un incontro da più di un mese per discutere di molte cose, a partire dal piano industriale, senza però ottenere risposta. Invece delle frequenti dichiarazioni che hanno il solo effetto di preoccupare l’utenza del servizio e i dipendenti, sarebbe preferibile che l’assessore si sedesse insieme a noi per cercare di risolvere i problemi».

Il ‘nodo’ bilancio

Infine la mancata approvazione del bilancio, giudicata dalle sigle «uno stillicidio che ha il chiaro obiettivo di mandare alla deriva l’azienda, sia dal punto di vista finanziario, sia per la crescente disaffezione dei cittadini, a cui va sommata la consapevolezza delle lavoratrici e dei lavoratori di trovarsi in una condizione di assoluta incertezza rispetto alle prospettive future».

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