‘Fase due’ in Umbria: «Saremo un modello»

Istituzioni e università al lavoro per definire un protocollo condiviso per la ripartenza. Tesei: «Daremo valore alle nostre caratteristiche»

Condividi questo articolo su

Video conferenza stampa, venerdì mattina, da parte della Regione Umbria per illustrare la proposta umbra – ancora in fase di studio – in merito alla riapertura delle attività produttive che, in vista della scadenza del decreto della presidenza del Consiglio in vigore, verrà presentata nella conferenza Stato-regioni. Presenti la presidente Donatella Tesei, il rettore dell’università di Perugia Maurizio Oliviero, il prefetto di Perugia Claudio Sgaraglia, l’assessore regionale alla sanità Luca Coletto, il direttore della sanità regionale Claudio Dario e i rappresentanti del comitato scientifico regionale.

EMERGENZA CORONAVIRUS – UMBRIAON

«Un modello-Umbria»

«L’Umbria – ha detto la Tesei in apertura – sta facendo uno studio approfondito perchè questa ‘fase due’ possa essere un momento di sicurezza per tutti e di riapertura della nostra economia. Una riapertura graduale e condizionata, esito di un dialogo partecipato fra più soggetti, come l’università di Perugia. Non vogliamo definire un semplice decalogo di misure da applicare, ma intendiamo proporre un modello che potrebbe anche avere valenza nazionale. Linee guida più complesse da attuare rispetto alla fase di chiusura, al lockdown, ed il frutto di questo lavoro che concluderemo la prossima settimana, lo condivideremo con le parti sociali perché tutti dobbiamo essere consapevoli del percorso da fare. Ci stiamo ad esempio concentrando sull’utilizzo dei dpi, sui test sierologici, sulle misure di distanziamento che stanno diventando patrimonio comune ma che, per le caratteristiche dell’Umbria, possono essere declinate in modo ancora più puntuale. Penso ad esempio al turismo ed alla ricettività. Di sicuro – ha aggiunto la presidente della Regione – nessuno sottovaluterà i rischi che ci sono e che permangono. Ma non tutte le regioni sono uguali né vivono la stessa situazione e di questo, a mio giudizio, ne va tenuto conto».

«Prevenire la criminalità»

Il prefetto di Perugia, Sgaraglia, ha ringraziato i cittadini «per il grande senso di responsabilità dimostrato. I buoni risultati umbri dipendono dal rispetto delle misure che abbiamo riscontrato direttamente. La ‘fase due’ in ogni caso sarà molto delicata e continueremo a collaborare con le istituzioni e monitorare il territorio anche per scongiurare fenomeni criminali».

«Aumenterà rischio contagi, quindi agire»

Il rettore Oliviero ha invece evidenziato che «siamo ancora in una fase di emergenza importante: nessuno a livello mondiale oggi può dirci quando ne usciremo. Guardando all’Umbria, comunque, si può dire che quando pezzi di un sistema condividono strategie insieme, allora i risultati si vedono. Per questo ringrazio davvero tutti per ciò che stiamo riuscendo ad attuare, anche i nostri studenti, come i fuori sede, ed i dipendenti di UniPg che stanno dimostrando responsabilità ogni giorno. Dobbiamo ora capire come, da maggio, il sistema possa essere rimesso in moto sul piano sociale ed economico. L’Umbria è vero che ha tratti particolari e vive una situazione attuale ‘sotto controllo’, la ‘fase due’ in ogni caso ci esponde ad un potenziale incremento della contagiosità e già da oggi dobbiamo ragionare su come minimizzare questa eventuale ripresa dei contagi. Da qui una proposta di procollo a cui la stessa università può contribuire, come già avviene con il Gos, gruppo operativo di supporto che sta iniziando a lavorare nella produzione dei reagenti e può offrire valutazioni tecniche utili».

I contenuti del protocollo

Nel concreto il protocollo riguarderà i comportamenti, le aperture delle aziende, utilizzo dei dpi, modulazione dei turni di lavoro, misurazione della temperatura corporea per chi tornerà a lavorare, test seriologici. «Ci stiamo già portando avanti per quelle aziende previste nel Dpcm – ha detto la Tesei – e cominciano ad esserci aperture anche se graduali e limitate. Prevederemo una serie di comportamenti finalizzati ad una partenza in sicurezza. Evitiamo però fraintendimenti: i modelli organizzativi delle aziende variano da attività ad attività e competono alle stesse realtà imprenditoriali congiuntamente ai sindacati. Non ci occuperemo di organizzazione interna ma di linee guida, pur in alcuni casi più vincolanti». Sul turismo: «Pensiamo ad offerte più ‘tranquillizzanti’, in grado di far vivere questo nostro ‘territorio aperto’. Quando parlo di caratteristiche umbre, mi riferisco anche a questo. I grandi eventi, gli assembramenti non potremo averli. Ma possiamo puntare su tante altre straordinarie qualità, più in linea con i criteri di sicurezza attuali, che ci contraddistinguono».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli