FdI lancia la ‘class action’ per ristoranti e locali in ginocchio

Il segretario provinciale Alunni Pistoli: «Non costa nulla, per aderire basta mandare una mail entro il 15 febbraio»

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di Paolo Alunni Pistoli
Segretario provinciale Fratelli d’Italia – Terni

Troppi ristoranti, troppi bar, non riapriranno, non riusciranno a risollevarsi. Gli effetti delle decisioni del governo Conte su queste attività, già ora si annunciano devastanti. Prima costretti a spendere per poter ospitare clienti, sia pure in numero ridotto, e poi costretti a chiudere.

Una vera mazzata sulla categoria alla quale tende una mano Fratelli d’Italia con la proposta di una class action. Iniziativa alla quale potranno aderire i ristoratori e tutte le attività di somministrazioni di cibi e bevande come pub, osterie, bar. E per farlo non c’è alcun impegno economico, non bisogna pagare nulla. Basta mandare una mail a [email protected] in cui l’esercente riferisce la volontà di aderire. Successivamente verrà inviata una mail con le istruzioni utili per procedere alla vera e propria azione giudiziale.
La scadenza è stata fissata entro il 15 febbraio e servirà una serie di documenti fondamentali per poter cercare di pretendere giustizia.

Va detto che la mancanza di anche solo uno dei documenti, o un vizio negli stessi, comporta l’esclusione automatica. Il termine è tassativo. Difatti, una volta scaduto, si procederà alla notifica dell’atto e quindi non potranno essere aggiunte altre parti in causa.
In caso di accoglimento, verrà corrisposta a titolo di indennizzo una somma come eventualmente disporrà il giudice. È anche importante sapere che dall’iniziativa proposta da Fratelli d’Italia è sempre possibile recedere: basterà mandare una Pec in cui l’esercente che ha partecipato all’azione giudiziale dichiara di volervi rinunciare. Il tutto, va sottolineato ancora, a titolo completamente gratuito per quanti aderiranno e come precisato chiaramente anche nella lettera di conferimento di incarico all’avvocato Silvia Marzot che seguirà la causa.

Va anche detto che l’esercente non rischia nulla in caso di insuccesso dell’iniziativa perché, anche nel caso in cui la causa non venisse accolta, non dovrà corrispondere alcunchè neppure a titolo di spese legali o di soccombenza. Circa i tempi della lenta giustizia italiana, si spera che il percorso venga valutato entro pochi mesi. Per qualunque dubbio gli interessati possono scrivere una mail a: [email protected]

 

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