Gesenu, lavoratori in piazza a Perugia

Sit in per chiedere garanzie sul futuro. Intanto rimangono bloccati i contratti con i privati mentre dal 19 scade il commissariamento

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L.P.

Due presidi, uno davanti alla prefettura di Perugia e l’altro sotto Palazzo dei Priori lungo corso Vannucci. Già, perché, in mezzo al caos Gesenu, di mezzo ci sono pure i lavoratori, circa 800, che chiedono garanzie circa il loro futuro, e che venerdì mattina sono scesi in piazza assieme a Cgil, Cisl e Uil.

I dipendenti Gesenu sotto a palazzo dei Priori

I dipendenti Gesenu sotto a palazzo dei Priori

Reiscrizione all’albo «I danni dell’interdittiva antimafia ormai non si contano più» ha affermato il M5S chiedendo al presidente del consiglio comunale Varasano l’inserimento all’ordine del giorno della discussione sulla ripubblicizzazione del servizio e la discussione di un’interrogazione urgente che chiede alla giunta di esprimersi con chiarezza sulla società in house proposta proprio dal gruppo capeggiato dalla consigliera Rosetti. Sì, perché se la reiscrizione all’albo dei gestori ambientali è riuscita a mettere in sicurezza i contratti commissariati e a evitare il caos nella gestione dei rifiuti nel perugino, nessun effetto ha avuto per gli altri contratti privati che, di fatto, rimangono bloccati.

Contratti privati Rimarranno, quindi, operativi, grazie all’intervento lampo del Prefetto, i 35 contratti da circa un miliardo di euro che riguardano la raccolta e lo smaltimento nei 24 comuni della provincia di Perugia, i servizi di raccolta con aziende ospedaliere e sanitarie e la raccolta a Viterbo, Montefiascone, Gravina e Fiumicino. Mentre non c’è nulla da fare per i contratti stretti con le imprese, dai grandi nomi come Nestlé fino a tutte le piccole e medie aziende umbre. E all’orizzonte non sembrano aprirsi spiragli di luce, dal momento che tra meno di sei giorni, il 19 maggio, scadrà il termine del commissariamento e si ipotizza una proroga dello stesso che non farà smuovere di un millimetro la conferma, da parte del Tar, dell’interdittiva antimafia stante il permanere del rischio di infiltrazioni.

Sia Ad aggravare, ancora di più, una questione già abbastanza intricata, c’è anche la soluzione trovata dai dirigenti della Gesenu. Per evitare il blocco dei servizi ai privati, la società ha deciso di affidarli a soggetti esterni, con un aggravio sui costi che non sarà poi indifferente. Sul fronte Sia, invece, la società di gestione marscianese, nei giorni scorsi si è provveduto a modificare lo statuto e ad inviare i documenti alla prefettura con l’istanza di revoca dell’interdittiva, la stessa che ha causato la cancellazione dall’albo dei gestori, sospesa, anche questa in extremis, fino a lunedì.

M5S In attesa di sapere che fine farà Gesenu, se e quando, nonché a chi, le quote private saranno cedute e quali sono le iniziative che la giunta intende mettere in campo, dal Movimento 5 stelle fanno sapere che se l’ordine del giorno non verrà calendarizzato a breve, i consiglieri sono pronti a intraprendere qualsiasi azione, anche eclatante. «Ne va degli interessi strategici della città e dei lavoratori. Come il nostro mandato elettorale ci richiede, abbiamo inoltre chiesto un incontro urgente al Prefetto sulla vicenda, stante la prossima scadenza del provvedimento prefettizio sul commissariamento».

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