C’è il rischio di inquinamento delle prove e il pericolo della reiterazione del reato. Giuseppe Sassaroli resta ai domiciliari, dunque, almeno secondo il gip Alberto Avenoso che aveva emesso l’ordinanza di custodia cautelare.
Riesame L’ex direttore tecnico che per 36 anni ha gestito la Gesenu e si trova ai domiciliari dal 30 novembre, tramite il suo legale David Brunelli, ora tenterà il tutto per tutto davanti al Riesame che, entro massimo domani, dovrà confermare o meno le misure. Per la difesa la strategia è di sottolineare come, in vista della pensione che sarebbe naturalmente arrivata il prossimo 31 dicembre, l’uomo al comando dell’azienda si sarebbe autonomamente sospeso dopo l’arresto in attesa di chiarire la sua posizione.
Patrimonio Probabilmente, secondo l’accusa, una volta libero, Sassaroli potrebbe tentare di inquinare le prove e influenzare gli altri indagati. Indagato per associazione per delinquere e smaltimento illecito, oltre che per frode in capo a 24 comuni dell’Ati 2, durante i due interrogatori sostenuti fin’ora, poi, Sassaroli ha respinto ogni addebito e spiegato che tra i suoi compiti rientrava solo la gestione organizzativa e teorica degli smaltimenti ma che, operativamente, era in capo a chi gestiva effettivamente gli impianti. Sospese, ancora, le decisioni sui sequestri reali, cioè gli oltre 20 milioni di euro sequestrati a Gesenu e il patrimonio personale di Sassaroli.