Greenpeace: «Il lago di Pilato è inquinato»

Nello specchio d’acqua tra Umbria e Marche trovate tracce di Pfc

Condividi questo articolo su

Sostanze chimiche pericolose e persistenti, usate anche nella produzione di abbigliamento outdoor, lasciano tracce nei luoghi più remoti e apparentemente incontaminati del globo. Lo rivela ‘Impronte nella neve’, un rapporto di Greenpeace sulla diffusione nell’ambiente dei Pfc, composti poli e per-florurati impiegati in numerosi processi industriali.

IL RAPPORTO DI GREENPEACE

La tecnica Nel mese di maggio e giugno 2015, otto team di Greenpeace hanno raccolto campioni di neve e di acqua. Per la raccolta dei campioni di neve sono stati tenuti in considerazione due aspetti chiave: che la neve fosse fresca (e quindi depositatasi nel corso dell’ultimo inverno) e intatta – assenza di tracce di contaminazione locale come vicini insediamenti, attività sciistiche, sentieri di escursionismo, bestiame, industrie, traffico – mentre  per il campionamento dell’acqua sono stati selezionati i laghi che avevano basse probabilità di essere contaminati da fonti locali.

Il lago di Pilato Per quel che riguarda la spedizione italiana, campioni di neve e acqua sono stati raccolti presso il lago di Pilato,
situato all’interno del parco nazionale dei Monti Sibillini, tra Umbria e Marche. Il lago di Pilato si trova a circa 1.950 metri sul livello del mare ed è situato ai piedi del monte Pizzo del Diavolo, una formazione rocciosa di grande interesse naturalistico. Il lago ha una lunghezza di circa 500 metri e costituisce l’habitat per una specie di crostaceo endemica, il chirocefalo del Marchesoni (Chirocephalus
marchesonii).

 

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli