Immigrati, la Consulta all’Arci: «Fuori i conti»

La presidente, Maria Hotico: «Chiederemo di dimostrare a tutta la comunità ternana come vengono spesi i soldi dell’accoglienza»

Condividi questo articolo su

Non ha apprezzato. Per niente. La presidente della Consulta degli immigrati del Comune di Terni, Maria Hotico, dopo aver letto «che il presidente dell’Arci, Francesco Camuffo, nel presentare il progetto ‘Olionero’, si è lasciato andare a commenti fuori luogo sulla Consulta, a cui chiede di “cambiare passo” e di prendere esempio dalla sua associazione nel fare progetti di integrazione, proponendo l’iniziativa ‘Olionero’ come esempio di integrazione degli immigrati».

Il «rispetto» Maria Hotico dice che «ci teniamo a fare sapere al signor Camuffo che la prima integrazione passa dalconfronto e dal rispetto: la Consulta degli immigrati è un organismo democraticamente eletto, votato dai cittadini e le cittadine stranieri residenti a Terni (12.806), un’assise dove sono rappresentate tutte le comunità che vivono a Terni. I membri eletti dalla consulta svolgono la loro attività gratuitamente, cercando di trovare un po’ di tempo libero tra la rincorsa quotidiana del lavoro e i problemi familiari, nessuno di noi è pagato per occuparsi a tempo pieno per lavorare su progetti ben remunerati di gestione degli immigrati, come invece ha la fortuna di fare in maniera discutibile, a nostro avviso, il signor Francesco Camuffo per l’Arci».

I soldi La Consulta, insiste Maria Hotico, «non riceve neanche un euro per organizzare iniziative o la sua attività, a differenza dell’Arci che, ‘gestendo’ una media di 200 immigrati riceve 2 milioni e mezzo di euro ogni anno, ma non rappresenta nessun immigrato, gestisce principalmente dei posti di accoglienza e gli stranieri, se hanno un problema, si rivolgono a noi. Abbiamo chiesto più volte come Consulta degli immigrati di confrontarci insieme su come vengono gestiti questi progetti, ci siamo offerti di metterci a disposizione per costruire una vera integrazione e mediazione culturale, che parta dal basso e dalle comunità migranti, senza visioni paternalistiche, assistenzialistiche o paracadutate dall’alto, ma la risposta sempre è stata indifferenza, svalutazione e derisione del nostro ruolo».

L’integrazione Per costruire un progetto di integrazione, «come dimostrano le esperienze sul campo – spiega la presidente della Consulta degli immigrati di Terni – è fondamentale partire dal riconoscimento reciproco dal rispetto e dall’ascolto: comprendere i bisogni e il punto di vista dei nuovi arrivati, per farli incontrare con quelli della comunità che gli accoglie per creare un vero dialogo e poi amicizia e collaborazione. Tutto questo non ci pare essere la filosofia che sorregge il progetto di Arci, che a noi sembra razzista fin dal titolo: dove sarebbe l’integrazione tanto pubblicizzata?».

L’accusa Di fatto, e qui Maria Hotico entra nel vivo della questione, «l’Arci prende in affitto un terreno del Comune, fa raccogliere le olive a dei ragazzi che sono arrivati da poco in Italia, non capiscono la lingua, non conoscono i propri diritti e sono in attesa della commissione per avere il permesso di soggiorno. Questi ragazzi non sono pagati e si afferma che è una attività di volontariato. L’Arci produce l’olio, lo vende non si sa dove e come, né dove vanno a finire i soldi o l’olio stesso. Ci domandiamo: che tipo di integrazione sarebbe questa? Con chi si sarebbero integrati questi ragazzi in mezzo ad un campo in collina, da soli a raccogliere le olive? Oggi, come tanti anni, fa le braccia dei ragazzi africani che lavorano gratuitamente o i loro stessi corpi ‘ingrassano’ le casse dell’Arci?».

Le istituzioni Maria Hotico, però, non si ferma qui: «Ci chiediamo come il Prefetto, il vicesindaco e anche l’Ispettorato del lavoro possano valutare positivamente questo tipo di attività. Raccogliamo comunque l’invito del signor Camuffo; la Consulta degli Immigrati di Terni dovrà fare uno ‘scatto in avanti’: dovrà tornare a chiedere di visitare le strutture di accoglienza, come aveva già fatto tempo fa senza avere risposte. Chiederà inoltre al signor Camuffo di dimostrare a tutta la comunità ternana come vengono spesi i soldi dell’accoglienza».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli