«Impedito al consiglio comunale di parlare del dramma afghano»

Terni – Opposizioni sulle barricate dopo la seduta di lunedì nel corso della quale il punto è stato ‘cassato’ su richiesta di FdI

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di M5s, Pd, Senso Civico, Terni Immagina

Reagire alla disumanità. Attivarsi per accogliere i profughi afgani ed in particolare le donne, i bambini e le persone lgbt perseguitate che fuggono. Sostenere e aiutare le associazioni del terzo settore che operano sul territorio ed intercettare i fondi, gli aiuti governativi e della comunità internazionale. Questo abbiamo chiesto ieri in consiglio comunale, grazie ad un atto di indirizzo presentato dalle opposizioni. Ci è stato impedito addirittura di discuterlo e di far intervenire sul tema l’assessore al sociale, che pure si era reso disponibile.

La proposta di imbavagliare le consigliere, i consiglieri e l’assessore, è arrivata formalmente dal gruppo di Fratelli d’Italia, che ha così soccorso il sindaco e il segretario della Lega Devid Maggiora, evidentemente contrari ed infastiditi dalla discussione. Vorremmo sapere da costoro, che finirono alla ribalta delle cronache nazionali, appena insediata l’amministrazione, per la foto con Pillon con la quale ironizzavano sull’omofobia, le ragioni del loro fastidio e perché non hanno avuto il coraggio di farsi avanti in prima persona.

Quanto accaduto ieri è vergognoso. È stato impedito all’aula di parlare delle donne, dei bambini e delle persone lgbt perseguitati e in fuga, nonché di aggiornare la città, nel luogo democratico più alto, su quali sono le iniziative intraprese dall’amministrazione e quelle ancora da intraprendere. Una scelta inaudita, tanto più viste le numerose manifestazioni di piazza che chiedevano di muoversi in questo senso. Siamo insorti durante la seduta, anche a nome dei tanti cittadini che vorrebbero poter assistere e a cui ad oggi non è ancora permesso. Anche per i tanti elettori di questa amministrazione che non accettano di essere identificati come complici accondiscendenti del regime teocratico di Kabul.

Comprendiamo il malessere e la vergogna di quelle consigliere della maggioranza che al momento del voto hanno titubato e si sono dette prima favorevoli alla discussione, salvo poi correggere il loro voto, su invito della presidenza del Consiglio, in quel momento gestita dal leghista Devid Maggiora. Le invitiamo a seguire la loro coscienza e a non lasciarsi irretire dagli ordini di scuderia del partito di Almirante. Un partito che deve rassegnarsi: è stato cacciato dalla città dalla gestione del sociale e non basterà per farvi ritorno compiacere il sindaco e il segretario della Lega, che rappresentano una minoranza estremista e radicale senza seguito nella città.

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