La droga ‘viaggia’ con l’auto del Comune: cinque arresti, anche un operaio e un barista

Perugia – Operazione della Guardia di finanza

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Cinque persone sono state arrestate mercoledì mattina dalla Guardia di finanza di Perugia – per quattro è stato disposto il carcere, per la quinta i domiciliari – a seguito di un’indagine coordinata dalla procura diretta da Raffaele Cantone. Indagata anche una sesta persona, sottoposta alla misura dell’obbligo di firma. Quattro dei sei coinvolti sono di nazionalità italiana, gli altri due rispettivamente di nazionalità albanese e dominicana: tutti risiedono in provincia di Perugia.

L’indagine è partita da un’informativa della polizia Locale di Perugia all’autorità giudiziaria, in cui si sottolineavano irregolarità in ordine al rifornimento di carburante di un veicolo del Comune di Perugia utilizzato da un operaio, dipendente comunale. I successivi accertamenti, svolti dai finanzieri del comando provinciale, hanno fatto emergere – riporta la procura – «i rapporti del dipendente in questione con un soggetto, proveniente dalla Campania, già detenuto presso la casa circondariale di Capanne e ammesso al lavoro all’esterno che a sua volta era in contatto con altri soggetti, pure ex detenuti del carcere di Capanne e pure destinatari di misure alternative, i quali apparivano, fin dall’avvio delle attività tecniche, dediti allo spaccio di sostanze stupefacenti».

Sono poi emersi – prosegue l’autorità giudiziaria perugina – «gravi elementi indiziari che hanno consentito di presumere che il dipendente comunale, che per lo svolgimento delle proprie mansioni era stato affiancato da uno dei detenuti ammesso al lavoro all’esterno, avrebbe avuto un ruolo nelle attività di approvvigionamento e trasporto dello stupefacente, utilizzando proprio il mezzo che il Comune di Perugia gli aveva affidato per svolgere la sua attività, anche in orari lavorativi. Per tali compiti sarebbe stato ricompensato ‘in natura’, con la dazione di sostanza stupefacente di cui egli stesso sembra facesse uso».

«Il personaggio centrale dell’indagine, che avrebbe avuto il compito di gestire l’attività di spaccio sarebbe stato, però, il già citato detenuto campano ammesso al lavoro all’esterno, pluripregiudicato e attualmente dimorante ad Umbertide. Il predetto non sembra avesse affatto troncato i rapporti con il contesto criminale, tanto da essere in grado di utilizzare collaudati canali per l’approvvigionamento di hashish e cocaina; in questo senso si è espresso anche il Gip che nell’ordinanza cautelare che ha amaramente evidenziato come da parte dei destinatari dell’ordinanza, già beneficianti delle misure alternative, ‘non vi é stata alcuna rieducazione, né emenda’ e come, purtroppo nei loro confronti ‘l’opera di rieducazione sociale ha fallito’».

Nel corso delle attività investigative, durate due mesi, sono state documentate cessioni di droga pari a 1,7 chilogrammi di hashish e 800 grammi di cocaina. Durante le perquisizioni domiciliari eseguite mercoledì all’atto degli arresti, nell’abitazione di uno degli indagati, a Perugia, sono stati sequestrati oltre un chilogrammo di hashish in panetti e banconote per un totale di 1.250 euro. Presso un bar di Ponte San Giovanni, gestito da uno degli indagati, c’erano invece 100 grammi di hashish e banconote per un totale di 900 euro.

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