La Rete antifascista ternana contro Casapound

«Durante la manifestazione di domenica – affermano dalla Rat – un cittadino è stato minacciato con un coltello»

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Dopo la denuncia di Casapound («Domenica notte, mentre andavamo a ripulire la targa di via Vittime delle Foibe, siamo stati aggrediti da una trentina di soggetti a volto coperto»), a stretto giro arriva la presa di posizione della Rete antifascista ternana (Rat): «Durante la manifestazione di domenica un militante di Casapound ha minacciato con un coltello un cittadino, reo di essere stato riconosciuto come antifascista».

L’accusa «Il militante di Casapound – affermano dalla Rat – prima presente in testa al corteo per le Foibe, poi a spasso con moglie e figlio, non ha esitato davanti a decine di persone ad estrarre un coltello. Ci rendiamo conto della gravità del livello di esaltazione che circola dentro questi ambienti politici? È normale che un individuo qualunque giri di domenica, dopo una manifestazione dell’estrema destra, con un coltello in tasca?».

«Antidemocratici» «Casapound – spiegano dalla Rete antifascista ternana – è sostanzialmente questa, malgrado a Terni si siano finora accreditati come democratici cittadini. Di contro però più volte sono saliti all’onore della cronaca nazionale, ultimamente per i legami con ‘mafia capitale’ oltre che per gravissimi fatti anche di sangue negli ultimi anni, al netto poi delle continue minacce di ritorsione scritte su Facebook dagli esponenti ternani. Ritorsioni come quella contro alcuni studenti della biblioteca che in occasione del loro comizio elettorale (era il 16 maggio dello scorso anno, ndR) erano stati accusati di ‘averli fotografati’».

Messaggio alla politica Il messaggio della Rat è diretto «a tutti quei consiglieri comunali soprattutto di centrodestra, ma non solo, che negli ultimi anni hanno urlato alla negazione di democrazia, con la pretesa di garantire agibilità politica a questa organizzazione di estrema destra e che hanno anche garantito, certamente non senza l’appoggio tacito di un assessore della precedente consiliatura, l’occupazione silenziosa di un vecchio edificio scolastico, poi abbandonato, pare, a seguito di una visita dei vigili urbani».

La richiesta Alle istituzioni, consiglio comunale in testa, la Rete antifascista chiede di «mettere fine alla presenza di questa organizzazione con l’immediata chiusura della sede di via Federico Cesi. La nostra città – afferano dalla Rat – non ha bisogno di queste ‘armi di distrazione di massa’, ma di riscattare il senso di comunità e partecipazione che fa parte della sua storia».

Casapound «Nessun coltello», risponde Piergiorgio Bonomi, responsabile del nucleo ternano di Casapound. «Si tratta dell’ennesima invenzione degli esponenti della rete antifascista per infangare l’immagine di Casapound Italia che, dal canto suo, continuerà a rispondere a queste falsità a suon di querele». E ha aggiunto: «Chiederemo in consiglio comunale come sia possibile che un’associazione che usa la pratica della violenza fisica e verbale, che non si fa scrupoli ad aggredire una persona davanti ai figli, che oltraggia i morti delle foibe in barba alle leggi vigenti e che alza la tensione in città con minacce esplicite, possa usufruire del comodato ad uso gratuito di una struttura in via del Lanificio».

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