«L’Arpa lascia Terni? Un grave errore»

Il Prc lancia l’allarme: «Riteniamo inammissibile il silenzio delle istituzioni ternane, dei sindacati e degli altri partiti su questa vicenda»

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del Partito della Rifondazione comunista di Terni

È di questi giorni la notizia della proposta, presentata alla Regione Umbria dal Direttore Generale dell’Arpa Umbria dott. Ganapini, di nuovo assetto organizzativo.

La nuova organizzazione dell’Agenzia Regionale Protezione Ambientale non prevede più le due sedi territoriali di Terni e Perugia, ma più macrostrutture che fanno riferimento direttamente al Direttore Regionale.

La proposta presentata per l’approvazione della Regione è, a nostro avviso, in contrasto con le norme regionali vigenti, dal momento che la legge Regionale (n. 9 del 6 marzo 1988) istitutiva dell’Arpa, prevedeva all’art. 6 l’articolazione in una Direzione Generale ed in due Dipartimenti Provinciali, a cui l’art. 10 conferiva autonomia contabile e gestionale, stabilendo le competenze e prevedendo la figura di un Direttore responsabile della struttura dipartimentale.

Con l’abolizione delle Provincie, la successiva Legge Regionale (n. 10 del 2 aprile 2015), stabilisce che i due Dipartimenti non siano più Provinciali ma Territoriali.

Un cambiamento più nominale (Umbria Nord ed Umbria Sud invece che Province di Perugia e Terni) che sostanziale, rimanendo i due dipartimenti in possesso di tutti i requisiti stabiliti dalla legge precedente.

La riorganizzazione dell’ARPA regionale delineata dal Direttore Ganapini, invece, modifica in maniera pesante quanto stabilito e deliberato dall’Assemblea Regionale.

Una riorganizzazione, peraltro già avviata in maniera unilaterale, che penalizza la struttura ternana, privandola del centro decisionale e che chiama operatori e tecnici ad operare su tutto il territorio regionale, anziché provinciale. Un’operazione, a nostro giudizio, discutibile, che mette a serio rischio l’efficacia e l’incisività dell’operato dell’Agenzia.

Oltre al rischio di perdere il contributo di professionalità acquisite in diversi anni di lavoro sul campo (facciamo, ad esempio, riferimento alle ispezioni triennali ed annuali effettuate alle Acciaierie, che, per la loro complessità, richiedono specifiche conoscenze e competenze), per l’ennesima volta non si tiene conto che le problematiche ambientali della nostra regione risiedono principalmente nel nostro territorio e si sottrae a Terni, senza nessuna logica, la responsabilità del controllo della qualità ambientale del suo territorio, spostandola nella sede di Perugia.

La mancanza di referenti certi sul territorio è una difficoltà in più per il fronte ambientalista e per tutti i cittadini di verificare e controllare l’operato degli enti preposti alla tutela della salute.

Incrostazioni e limiti non sono mancati nell’operato dell’Arpa e Rifondazione Comunista, nel passato, le ha più volte denunciate, ma riteniamo oggi inammissibile il silenzio delle Istituzioni ternane, dei sindacati e degli altri partiti su questa vicenda.

Il PRC chiede al Consiglio Regionale di respingere questa proposta organizzativa che, oltre ad essere in contrasto con la legislazione vigente, per l’ennesima volta, accentra su Perugia i centri direzionali, rispondendo a logiche poco comprensibili e ignorando che, come tutti i dati indicano, il problema dell’inquinamento ambientale e della salute è a Terni.

 

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