L’Ast in Parlamento: «Il ministro spieghi»

Terni, Simone Guerra (Sinistra Italiana-Sel): «Nicola Fratoianni ha chiesto di conoscere le intenzioni del governo su questo tema decisivo»

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La descrzione è dettagliata e le domande precise: Nicola Fratoianni (Sinistra Italiana-Sel) ha portato, di nuovo, la questione relativa al presente e soprattutto al futuro della ThyssenKrupp Ast in Parlamento, con un’interrogazione al ministro dello sviluppo economico (al momento la responsabilità è affidata al presidente dle consiglio, Matteo Renzi, dopo le dimissioni di Federica Guidi).

L’annuncio Simone Guerra, del coordinamento operativo regionale per l’Umbria di Sinistra Italiana-Sel, dice che «l’onorevole Fratoianni ha presentato l’interrogazione per sollecitare il governo perché apra una discussione con con la TyssenKrupp sul futuro dello stabilimento ternano e in merito alla questione e al mantenimento delle misure anti-dumping per l’acciaio cinese. E’ fondamentale ricordare che gli stabilimenti di terni sono ancora l’industria manifatturiera più importante del centro Italia con i suoi 2300 dipendenti e circa 1000 occupati nell’indotto. Terni rappresenta inoltre l’unica realtà di produzione di acciai inossidabili piani in Italia, ed è l’unica anche all’interno della multinazionale ThyssenKrupp Ast, con una quota di mercato superiore al 40%. E che l’Italia da sola assorbe almeno 1.000.000 di tonnellate di acciaio inossidabile».

IL TESTO DELL’INTERROGAZIONE AL MINISTRO

Le acciaierie Il futuro strategico dell’azienda per il territorio e per l’intero comparto industriale italiano, dice Simone Guerra, «dipende proprio dalla sua capacità di mantenere la produzione del così detto “ciclo integrato”, ovvero la produzione a freddo e a caldo. Nell’interrogazione si chiede dunque se il governo non intenda richiedere chiarimenti alla ThyssenKrupp su quali siano le reali intenzioni della proprietà, ovvero se manterrà un proprio ruolo nel settore della produzione di acciai speciali o al, contrario se si appresta a dismettere l’intero settore Inoltre si vuole sapere dal ministro se il governo consideri le Acciaierie di terni un impianto strategico per l’intero Paese e quali siano le scelte politiche nazionali per la siderurgia, e in tale ambito, quali iniziative si intendono assumere per mantenere e difendere un sito di produzione avanzate come quello ternano».

La Cina Molto importante, ricorda Guerra, è poi «il riconoscimento di status di economia di mercato della Cina, previsto per la fine del 2016 da parte della Unione Europea, e la conseguente caduta dei dazi avrebbe per il settore manifatturiero, enormi conseguenze sul fronte produttivo e occupazionale in tutti i settori ad iniziare proprio dal settore siderurgico. Si calcola che l’acciaio cinese costerebbe, a parità di qualità , dai 200 ai 300 euro in meno a tonnellata, rischiando quindi di mettere fuori mercato le produzioni europee. Una riposta a queste domande è urgente sia per il futuro economico ed occupazionale del Ternano e dell’Umbria, sia per l’assetto industriale del Paese».

 

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