Liste d’attesa: 83 mila prestazioni arretrate. «Recuperiamo entro la prossima primavera»

La Regione illustra il piano: «Mobilità degli utenti fra Usl e ospedali dell’Umbria, coinvolgimento dei privati e orari ‘allargati’»

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L’inquadramento e la gestione delle liste di attesa in ambito sanitario sono state al centro di una conferenza stampa tenutasi venerdì mattina a Perugia. Presenti la presidente della Regione Donatella Tesei, l’assessore regionale alla salute Luca Coletto e il direttore alla salute e welfare Massimo Braganti. Con loro anche i direttori delle aziende sanitarie e ospedaliere dell’Umbria.

«Arretrato si è ridotto ma va ‘smaltito’: ecco come»

«Quello delle liste d’attesa in sanità – ha spiegato Coletto – è un problema annoso che interessa il territorio nazionale, reso più complesso a seguito della pandemia. Abbiamo chiesto in sede di Conferenza delle Regioni che il finanziamento messo a disposizione nel novembre 2020, potesse essere sfruttato nel 2021. C’è stato un accesso a queste risorse che potranno essere utilizzate anche per la gestione delle liste di attesa e quindi per le visite ambulatoriali svolte anche nelle strutture private accreditate che rappresentano un’ulteriore finestra per la gestione delle liste il cui ritardo per l’Umbria, nel marzo del 2020, aveva portato a un volume di 283 mila prestazioni accumulate. Oggi – ha precisato l’assessore – ne rimangono all’incirca 83 mila, che è ancora un numero importante e per gestire il quale stiamo organizzando un programma non più perimetrato all’interno del distretto di appartenenza. Quindi il piano di smaltimento delle prestazione prevede, oltre ovviamente al coinvolgimento delle aziende ospedaliere, la sinergia tra le Usl nonché lo svolgimento delle prestazioni di sabato e domenica».

«Prestazioni recuperate entro la primavera 2022»

Il direttore Braganti ha messo in risalto come «la situazione dell’Umbria sia sovrapponibile a quella di altre Regioni e che comunque nei mesi di luglio e agosto 2021 si è riusciti a recuperare un gran numero di prestazioni, superando il livello pre-pandemia e quindi quello del 2018-19. Durante la pandemia la Regione Umbria ha centrato gli obiettivi dimostrando una forte resilienza, garantendo l’attività di screening che non ha subito interruzioni nel 2020 e 2021, così come non hanno subito interruzioni, dalla ripresa delle attività nell’estate 2020, le vaccinazioni obbligatorie. Tutto ciò – ha ricordato Braganti – mentre dal 28 dicembre 2020 sono iniziate le vaccinazioni Covid che hanno fortemente impegnato i professionisti». Il direttore regionale del comparto salute e welfare ha poi aggiunto che «l’analisi delle prestazioni erogate nel primo semestre del 2021 ha permesso di studiare la capacità produttiva delle aziende sanitarie e, conseguentemente, pianificare le attività di recupero delle prestazioni non erogate e da erogare. Il 75-80% delle prestazioni sono riferibili a 19 specialità con criticità e problematiche diverse. Il lavoro di programmazione ha evidenziato che 9 specialità avevano la capacità di riorganizzare i servizi per recuperare le prestazioni in maniera autonoma con un impatto neutro sull’organizzazione. Le restanti 10 specialità sono state oggetto di programmazione specifica con interventi mirati per programmare il recupero delle prestazioni da erogare in un tempo limite, ovvero il primo quadrimestre 2022».

Le contromisure

Le azioni immediate – è stato spiegato nel corso della conferenza stampa – puntano a una riduzione dei tempi di esecuzione delle prestazioni specialistiche con ritorno al passo pre-Covid, compatibilmente con l’andamento dell’epidemia, alla prenotazione obbligatoria da parte dello specialista nei casi in cui ritenga necessari ulteriori esami diagnostici e nella programmazione dei controlli (agende di II° livello), al miglioramento dell’integrazione tra aziende ospedaliere e sanitarie delle agende Cup di I° livello, alla cancellazione dall’elenco dei percorsi di tutela degli utenti che rifiutano l’appuntamento proposto. Tra le azioni immediate è prevista l’attivazione un tavolo regionale con un approccio di gestione per i progetti, in linea con il piano sanitario regionale, e l’aumento dell’offerta specialistica, sia ricorrendo all’apertura serale/prefestiva/festiva, sia acquistando prestazioni dalle strutture private convenzionate.

Braganti, Coletto, Tesei

«In Umbria dati stabiliti ma non si può abbassare la guardia»

«In una Regione come l’Umbria, con una popolazione che conta una forte percentuale di persone anziane – ha detto la presidente Donatella Tesei -, è molto importante che il sistema sanitario possa contare su una rete territoriale che garantisca la presa in carico del paziente pianificando visite e controlli periodici, soprattutto per i pazienti con patologie croniche. Ciò evita l’accavallamento delle prestazioni ma anche i disservizi. Quello delle liste di attesa – ha aggiunto la Tesei – è un argomento molto sentito dai cittadini perché afferisce al tema della salute, sul quale abbiamo fatto chiarezza analizzando le cause per poi trovare delle soluzioni, anche se va ricordato che durante la pandemia l’attività non si è mai fermata». In chiusura la presidente della Regione Umbria ha voluto ricordare che ancora l’emergenza sanitaria non è finita: «Se l’Umbria in questo momento, dal punto di vista epidemiologico, è in una situazione di stabilità, è necessario continuare a mantenere tutte le misure di prevenzione ed a vaccinarsi».

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