L’Umbria vede la ‘luce’: «Picco vicino. Rischio ricovero per i vaccinati è un decimo rispetto ad un anno fa»

Covid – Il professor Gammaitoni: «Evidente il rallentamento della diffusione del virus»

Condividi questo articolo su

di F.T.

Il punto sulla pandemia da Covid-19 in Umbria, segnata dalla variante Omicron. A farlo – non senza qualche nota di cauto ottimismo – è il fisico Luca Gammaitoni, docente dell’università degli Studi di Perugia. «La velocità di diffusione dell’epidemia in Umbria, prima che in altre regioni italiane, sta diminuendo. Mi sembra evidente dall’analisi delle curve», afferma l’esperto.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

«Vicini al picco»

«Le curve degli attuali positivi e quindi degli ospedalizzati, se tutto proseguirà come ora, raggiungeranno presto – la stima è di una settimana o due – il loro massimo. Poi inizieranno a calare. L’epidemia – afferma Luca Gammaitoni – sta seguendo esattamente i modelli utilizzati finora e non presenta, al momento, alcun elemento di sorpresa. Le curve sono del tutto analoghe a quelle delle ondate precedenti, con una importante differenza: siamo di fronte ad una contagiosità molto più elevata di quella conosciuta finora, segno del ruolo giocato dalla variante Omicron».

Il professor Gammaitoni

«Rispetto ad un anno fa, un decimo delle possibilità di finire in ospedale»

Le curve attuali sono molto più alte, rispetto al passato, per i contagi. Non per le ospedalizzazioni ed i decessi: «Confrontando i numeri attuali con quelli di un anno fa, del febbraio 2021, notiamo che a fronte di un numero di positivi molto più elevato, i ricoveri sono chiaramente di meno. In pratica un anno fa chi si infettava, aveva il 6,5% delle possibilità di essere ricoverato. Oggi questa percentuale si è ridotta di un decimo, scendendo allo 0,6%. Un risultato il cui merito non può che andare alla vaccinazione. Non a caso l’80% circa dei posti letto Covid, oggi in Umbria, sono occupati da persone non vaccinate o vaccinate in maniera non completa».

«Anche la curva dei ricoveri ha superato il punto di flesso»

Il ‘picco’, ovvero il numero massimo dei contagi, potrebbe essere raggiunto, secondo il professor Gammaitoni, nell’arco di una o due settimane: «Dopodichè – prosegue – inizierà a diminuire il numero degli attuali positivi. La ‘durata’ di questa ondata, salvo elementi ad oggi non previsti, dovrebbe attestarsi complessivamente sui tre mesi. Anche la curva delle ospedalizzazioni – tornando all’attualità – ha superato il ‘punto di flesso’. Rispetto al passato, con Omicron  abbiamo notato che il ritardo di questa curva è di circa 3/4 giorni rispetto a quella dei contagi. Nelle ondate precedenti c’era un tempo di almeno 7/8 giorni. Anche per questo non ci attendiamo impennate particolari sui fronti dei ricoveri/decessi».

Effetto scuole: «Sarà minore rispetto al passato»

Quello che si intravede è quindi un ‘bagliore’, la classica luce in fondo al tunnel: «Questo non vuol dire che da domani debba scattare il ‘liberi tutti’: la velocità di diminuzione della pandemia dipende dai nostri comportamenti. Serve massima prudenza. Se bisogna attendersi un ‘effetto scuole’? Chiaramente nessuno ha la palla di vetro e anche questo fattore rientra fra le incertezze. Tuttavia, personalmente, non ritengo che le scuole produrranno effetti importanti sull’andamento dell’epidemia. Perché, rispetto al passato, oggi molti giovani si sono vaccinati o si stanno vaccinando, soprattutto gli studenti delle superiori ma anche nella fascia 5-11 anni. E questo è ovviamente un forte deterrente alla diffusione del Covid-19 fra la popolazione. Ritengo che l’impatto della riapertura delle scuole sarà minore rispetto al passato».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli