Manovra, crisi, lavoro: «Sarà un 2019 caldo»

Presidio contro i tagli alle pensioni venerdì mattina davanti alle prefetture di Perugia e Terni, come in tutta Italia. La conferenza di Ciavaglia (Cgil)

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La crisi non è finita, secondo la Cgil. Lo dicono tutti gli indicatori (il reddito umbro è inferiore alla media nazionale dell’11% e non a caso anche la spesa media familiare è più bassa), lo dimostrano le tante vertenze ancora pendenti nella regione, nel perugino, nel ternano, nell’altotevere.

La crisi ha frenato anche il sindacato

«Si chiude un anno di grande difficoltà – dice Filippo Ciavaglia, segretario generale della Cgil di Perugia – nel quale il sindacato è stato costretto a giocare per lo più in difesa, visto l’andamento economico e occupazionale ancora negativo, le tante vertenze aziendali, le difficoltà del post-terremoto e in generale un arretramento delle condizioni economiche e sociali delle cittadine e dei cittadini umbri». Con il segretario, confermato, anche la nuova segreteria provinciale, composta da Vanda Scarpelli, Elisabetta Masciarri, Roberto Panico e Giuliana Renelli.

I territori in ‘ritardo’

Difficoltà in tutta la provincia con punte critiche come quella di Spoleto, dove è in atto una vera e propria ‘deindustrializzazione’ – così viene definita in conferenza – che si va ad aggiungere agli effetti negativi del terremoto, «rispetto al quale – ha sottolineato per l’ennesima volta il segretario della Cgil provinciale – i ritardi e le lentezze sono evidenti». Mentre per quanto riguarda il perugino alcune nuove vertenze aziendali che si sono aperte nell’ultimo periodo (Balcke Dürr, AstaLegale.net, Molini Fagioli, giusto per fare qualche nome) fanno pensare ad un 2019 difficile come è già stato il 2018, anno delle ‘grandi vertenze’, Perugina in testa (ma non solo).

Le critiche al governo e alla Regione

Scontate le critiche della Cgil alla Finanziaria del governo ‘giallovere’, meno quelle al Defr, la finanziaria regionale, in qui «manca un’analisi all’altezza sulle difficoltà strutturali dell’Umbria – ha spiegato ancora Ciavaglia – che è invece essenziale per mettere poi le importanti risorse a disposizione, dai fondi europei a quelli per le aree di crisi, dalle aree interne al dopo terremoto, al servizio di un progetto di rilancio complessivo che guardi prima di tutto alla creazione di lavoro, stabile e di qualità».

Lavoro precario

Il 2018 infatti si è caratterizzato per un altro fattore fortemente negativo, secondo la Cgil, la dilagante precarietà del lavoro: solo il 20% circa delle nuove assunzioni in Umbria avviene con contratti a tempo indeterminato. “Ma senza stabilità e qualità del lavoro non è possibile invertire la tendenza al declino – ha concluso Ciavaglia – per questo chiediamo investimenti, in infrastrutture, welfare, e servizi. Se il 2018 lo abbiamo dovuto giocare in difesa, il 2019 dovrà essere l’anno del contrattacco per le persone che rappresentiamo”.

Dagli imprenditori dati parziali

Critiche anche ai dati forniti dalle associazioni di industriali e imprenditori su Pil e lavoro. Da un lato, è stato sottolineato – da Ciavaglia ma anche da Mario Bravi, presidente Ires – come un aumento delle esportazioni (che trainano le commesse) non si traducono inevitabilmente in un aumento di occupazione e benessere, ma spesso anzi sono solo un aumento di produttività, un modo per spremere di più i pochi fortunati che lavorano. Dall’altro lato, è stato sottolineato come l’aumento dei contratti sottoscritti nell’ultimo anno (per gran parte a tempo determinato), non significa un aumento del lavoro, che viceversa è sempre più precario e parcellizzato.

Sit-in dei pensionati in Prefettura

Per tutte queste cose, la Cgil annuncia mesi caldissimi sul fronte delle proteste eclatanti. «Già domani – ha ricordato Ciavaglia – saremo in piazza a Perugia, come nel resto d’Italia, con i sindacati dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil per dire no all’ultima vessazione imposta dal governo in finanziaria contro i pensionati, con il blocco delle rivalutazioni. Poi a gennaio – ha aggiunto il segretario perugino – è già stata decisa una grande mobilitazione nazionale dei tre sindacati contro una Manovra sbagliata, miope e recessiva, che taglia ulteriormente su crescita e sviluppo, lavoro e pensioni, coesione e investimenti produttivi».

Sindacati uniti a Perugia e Terni

In tre anni la manovra sottrae 2,5 miliardi di euro dalle tasche dei pensionati intervenendo nuovamente sull’adeguamento delle pensioni all’inflazione. «Ora diciamo basta, basta vessazioni contro i pensionati”: ad affermarlo sono i sindacati dei pensionati Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil che anche in Umbria scenderanno in piazza, domani, venerdì 28 dicembre per far sentire la propria voce e denunciare “l’ipocrisia del Governo che con una mano sembrerebbe dare ma con l’altra certamente toglie». Appuntamenti a Perugia e Terni, dalle ore 10 alle 12, sotto le prefetture dove i sindacati chiedono anche di essere ricevuti dai prefetti. «Pur essendo un periodo di festività – spiegano Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil – noi avviamo la nostra mobilitazione. È inaccettabile infatti che il governo vada a colpire e fare cassa con i pensionati ancora una volta anziché agire in modo forte e determinato, ad esempio, contro l’evasione fiscale».

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