Mazzette alle Belle arti: incombe la prescrizione

Sette persone a processo per corruzione: in un anno e mezzo non è stato ascoltato neppure un testimone

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di F.T.

Forse non è stata la scelta migliore quella di accedere al rito abbreviato durante l’udienza preliminare, con conseguente condanna a un anno di reclusione (pena sospesa). A compierla, non a caso, è stato soltanto uno degli otto imputati, operaio di una delle ditte coinvolte nell’indagine. Sarà il tempo – che scorre inesorabile e dà sostanza all’ipotesi-prescrizione – a togliere gli ultimi dubbi in merito.

Il processo per le ‘mazzette alle belle arti’ è figlio di un’indagine realizzata nel 2008 dall’allora procuratore capo Fausto Cardella e dalla guardia di finanza di Terni. Uno scandalo – all’epoca fu tale, con tanto di arresti – che coinvolse (e coinvolge) dirigenti e funzionari della soprintendenza per i beni culturali dell’Umbria e responsabili di un’impresa edile romana.

Per l’accusa, i primi avrebbero incassato dai secondi fior di mazzette per chiudere un occhio sulle modalità di realizzazione di alcuni lavori di ristrutturazione riguardanti la chiesa di San Francesco e l’ex monastero delle Orsoline di Calvi dell’Umbria, ma anche la Porta Ternana all’ingresso del centro storico di Narni e il museo delle armi di Terni.

Prescrizione, non a caso: a differenza dei reati amministrativi – meno gravi della corruzione contestata ai sette ma ‘immuni’ dalla prescrizione – le restanti accuse potrebbero estinguersi prima della fine del 2016. Considerando che dalla prima udienza del processo – datata 2 luglio 2013 – ad oggi non è stato ascoltato neppure un testimone (e ci si arrabatta ancora fra eccezioni preliminari e trascrizioni di intercettazioni), l’epilogo sembra in qualche modo scontato. E a dire il vero – ma si tratta solo di un’impressione – neanche l’accusa, ieri rappresentata in aula dal pm Raffaele Pesiri in luogo della titolare Barbara Mazzullo, sembra credere troppo ad una conclusione diversa. Anche se il tempo, quello che continua a scorrere inesorabile, lascia ancora un po’ di spazio.

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