di Enrico Melasecche
Assessore regionale alle infrastrutture e ai trasporti
Questa mattina (martedì, mentre lunedì era a Terni per l’anniversario della fondazione dell’Arma dei carabinieri, ndR) non ho potuto presenziare alla seduta di consiglio regionale in cui avrei risposto puntualmente alle interrogazioni presentate da alcuni consiglieri su materie inerenti il trasporto pubblico locale. Purtroppo sono colpito per la seconda volta dal Covid, nonostante mi sia sottoposto regolarmente ai previsti vaccini ed abbia per di più controllato con apposite analisi la presenza elevata di anticorpi.
Per questa ragione ma anche per una questione di rispetto istituzionale non ho potuto nè ritenuto corretto anticipare forzatamente, a poche ore dal concordato appuntamento con gli stessi sindacati, alla presenza della presidente e del sottoscritto in video conferenza, un confronto che è sempre stato aperto e franco, che era stato programmato da circa due mesi e fissato da alcuni giorni.
In particolare leggo che i sindacati protesterebbero per una riduzione degli sprechi di 2,8 milioni di euro su circa 60 milioni di tutti i servizi autobus. Se consideriamo le corse a vuoto che ognuno può quotidianamente osservare credo non ci sia reale motivo di allarme.
Si tratta infatti di una cifra inferiore a quella programmata e concordata due anni fa e rinviata solo a causa della emergenza covid, in quanto un primo risparmio di 700 mila euro è stato già acquisito riducendo il costo del servizio gomma eccessivamente oneroso rispetto a quello originario ferroviario, dovere primario di una giunta che cerca di tutelare gli interessi dei cittadini.
Quanto alle preoccupazioni dichiarate per i livelli occupazionali abbiamo ribadito decine di volte che l’analisi fatta dai vertici di Busitalia ribadiscono non esistere, a questi livelli di riduzione degli sprechi, conseguenze negative per l’occupazione.
Questa giunta, lo abbiamo dichiarato in modo fermo e soprattutto lo stiamo facendo coerentemente ogni giorno, intende riportare il trasporto pubblico a livelli di efficienza e di correttezza di rapporti, in quanto crede profondamente nella sua funzione ma proprio per questo non può continuare ad accumulare montagne di debiti come avvenuto in passato con le conseguenze drammatiche che ci sono state, a cominciare dalla chiusura della FCU che con enorme fatica stiamo gradualmente riaprendo, con la totale esternalizzazione e privatizzazione del ramo d’azienda della gomma condotta dalla giunta che ci ha preceduto. Stessa decisione singolare per una amministrazione di sinistra avvenuta per la gestione infrastrutturale della FCU oggi in mano ad RFI.
Che i sindacati sollecitino la giunta a ‘rilanciare la Regione’ è cosa che dà piena soddisfazione a causa della coincidenza con i nostri obiettivi, ‘a partire da turismo e mobilità alternativa’ perchè nessuno può avere dubbi sui brillanti risultati nel rilancio del turismo e sui risultati altrettanto importanti che si stanno conseguendo sulla mobilità alternativa.
E’ di pochi giorni fa l’ulteriore risultato di aver finalmente aperto con RFI e MIMS, dopo la firma di un’apposita convenzione per la velocizzazione della Foligno-Perugia-Terontola, un tavolo tecnico in cui abbiamo già posto all’odg temi storici quali quelli della nuova stazione Aeroporto di Collestrada, lo spostamento di quella di Ellera per renderla più funzionale per migliaia di cittadini oltre che per dare risposte serie alla Nestlè ed alle altre attività produttive di quell’area nel caso intendesse utilizzare il ferro per la propria logistica. Come è di pochi giorni fa la firma della convenzione con RFI per il collegamento con la Orte-Falconara della piastra logistica di Terni, per troppi anni cattedrale nel deserto ed oggi ambito oggetto del desiderio di molti operatori locali e nazionali di logistica intermodale.
E’ di pochi giorni fa la decisione della giunta regionale di consentire l’acquisto dei nuovi autobus per il rinnovo consistente dell’intero parco alla nuova Agenzia, che fortifica in questo modo il proprio patrimonio ed il proprio contro economico, a fronte di una situazione di Umbria Mobilità fino a pochi mesi fa sull’orlo del fallimento. Progressi questi frutto di serietà, professionalità, visione strategica ma anche coraggio. Certo, il processo di riorganizzazione completa comporta anche tempi non brevissimi ma la differenza di cultura amministrativa ben diversa dal passato, dà certezze a tutti i lavoratori, a tutti gli umbri, ma certamente anche ai sindacati che quegli interessi intendono tutelare.