Migranti a Perugia: «Chiarezza su Ostello»

Al centro della commissione controllo e garanzia la convenzione tra Aig e comune. La direttrice della struttura: «noi non facciamo accoglienza, ma solo ospitalità»

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Nuovo capitolo sull’accoglienza dei profughi a Perugia. Di questo si è occupata la commissione controllo e garanzia lunedì mattina con l’audizione di alcuni esponenti dell’Aig, l’associazione italiana alberghi per la gioventù, che gestisce l’ostello di Ponte Felcino.

L'Ostello

L’Ostello

La vicenda Da mesi una parte dei cittadini della frazione alle porte di Perugia è sul piede di guerra contro l’amministrazione comunale, con tanto di raccolta firme, per chiedere che l’ostello torni nelle mani della comunità e sulla vicenda si sono mosse più parti politiche paventando una violazione della destinazione d’uso della struttura, di proprietà comunale ma concessa in usufrutto all’Aig attraverso una convenzione della durata di 28 anni. Sul punto, infatti, il Movimento 5 stelle, ha sottolineato come le strutture di proprietà comunali gestite dall’Aig, oltre all’ostello di Ponte Felcino anche quello presente a Pian di Massiano, non siano state destinate all’accoglienza dei profughi tramite autorizzazione scritta da parte dell’amministrazione e, pertanto, le strutture sono state utilizzate per scopi diversi dalla convezione firmata.

PARLA CRISTINA ROSETTI (M5S), VIDEO

L’ostello Per quanto riguarda Villa Giardino, in particolare, l’immobile è stato messo a disposizione dei programmi Sprar da parte degli enti gestori, «privando di fatto la struttura della sua funzione originaria» e, come ricordato in commissione, «di questi ultimi non è dato sapere quali siano state le offerte e le progettazioni presentate dagli enti vincitori degli specifici bandi sia in ordine agli alloggi e servizi dedicati agli ospiti sia in merito ai programmi di inserimento». Secondo la Rosetti, capogruppo del M5s in comune, da ciò emerge che le attività di controllo e monitoraggio che, secondo convenzione, spettavano al Comune, non sono state fatte e che le attività sociali, culturali dedicate ai giovani da convenzione non hanno trovato attuazione.

Alcuni degli ospiti

Alcuni degli ospiti

Ricettività Intervenuto in commissione, il commissario straordinario Aig Bianchi ha spiegato come vi sia assoluto rispetto della convenzione, soprattutto per quanto riguarda l’ostello di Ponte Felcino per il quale il documento prevede attività di ricettività a basso costo. «Attualmente –ha spiegato- l’ostello di Pian di Massiano ha registrato un incremento di presenze che è stato del 6% nel 2015 e dell’8% nel 2016, si tratta soprattutto di un turismo familiare più che giovanile, alla ricerca di un trattamento da albergo ma a basso costo». Per Ponte Felcino, Bianchi ha spiegato che la struttura non era turisticamente appetibile come quella di Pian di Massiano e che l’accoglienza ai profughi, gestita da Prefettura e Arci Solidarietà, rientra a pieno nelle finalità di Aig e nella convenzione con il comune, al pari dell’accoglienza sociale che viene fatta a persone con gravi disagi. «Per quanto ci riguarda –ha concluso- abbiamo inviato al comune quanto ci avevano richiesto e pagato le quote relative all’Ostello Spagnoli, mentre quelle di Ponte Felcino sono in fase di pagamento».

Personale In entrambe le strutture, come hanno confermato i rispettivi direttori, è stato anche aumentato il personale, che è arrivato a 15 lavoratori a Perugia e 7 a Ponte Felcino. E’ stato anche spiegato che, laddove la struttura di Ponte Felcino è, al momento, interamente riservata all’accoglienza dei profughi, quella di Pian di Massiano integra ricettività turistica e accoglienza agli immigrati inviati dalla Prefettura, tanto da essere diventato capofila di un progetto in tal senso a livello nazionale, per volontà del Ministero degli Interni.

Elena Bazzucchi, la direttrice dell'Ostello

Elena Bazzucchi, la direttrice dell’Ostello

Villa Giardino «Ci viene recriminato di non fare il nostro lavoro – ha detto Elena Bazzucchi, dirigente dell’ostello e soprannominata dai tanti ragazzi profughi ospitati a Ponte Felcino ‘Mama Africa’ – invece è questo il nostro lavoro. Noi non facciamo accoglienza, noi facciamo ospitalità. E che sia un italiano o un giovane europeo o africano, per noi non fa differenza». E’ lei, infatti, che da quasi due anni lavora con i tanti profughi che hanno sfidato il mare aperto per cercare nuove condizioni di vita in Europa, a cercare di difendere l’operato di Aig e Arci Solidarietà. «C’è un bando nazionale, Arci cerca le strutture per l’accoglienza e noi facciamo il nostro lavoro. Registriamo gli ospiti, puliamo le stanze, prepariamo da mangiare e serviamo pasti secondo un menù che ha cercato di adattarsi alle esigenze di chi viene ospitato all’interno. L’Arci è il nostro intermediario, ma se decidiamo che non vogliamo più i profughi come ospiti possiamo smettere di ospitarli quando vogliamo». Come più volte ribadito, chi all’ostello ci lavora garantisce che non si sono mai verificati fatti di criminalità o degrado, «perché i cittadini non li vogliono allora?».

La commissione controllo e garanzia

La commissione controllo e garanzia

‘Fare chiarezza’ Per la consigliera Rosetti, comunque, è necessario fare chiarezza sulla situazione e capire dove stanno le responsabilità. «E’ evidente che i profughi non possono essere considerati turisti e se non è esclusa un’attività sociale, è anche vero che a questa sono riservati dei posti. Un conto è un’attività di accoglienza strutturata e un conto la ricettività a basso costo». La convenzione, dunque, dovrebbe essere rivista o, almeno, adeguata ad un contesto turistico e sociale profondamente mutato. Intanto, in attesa di ascoltare sul tema l’assessore Cicchi e i dirigenti comunali competenti, la questione sarà approfondita dopo un’attenta analisi della convenzione con la Prefettura.

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