Morte Stefano Picerno, nuove piste da seguire

Terni, il vigile del fuoco morì a 36 anni in un attentato della criminalità organizzata: la procura di Reggio Calabria pensa ad una collaborazione tra ‘Ndrangheta e Cosa Nostra

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Potrebbe esserci un doppio collegamento con Terni nell’operazione, coordinata dalla procura della Repubblica di Reggio Calabria, che mercoledì mattina ha portato all’arresto – nella sua casa di Melicucco – di Rocco Santo Filippone, 77 anni, considerato il capo del mandamento tirrenico della ‘Ndrangheta ai tempi delle stragi avvenute tra il 1993 e il 1994, in via dei Georgofili a Firenze, in via Palestro a Milano e a San Giorgio al Velabro a Roma.

Picerno Il primo collegamento è che in una di quelle stragi (a Milano) perse la vita il vigile del fuoco ternano Stefano Picerno, che aveva 36 anni, al quale è intitolata la caserma di Terni del Corpo e che è stato insignito della medaglia d’oro al valor civile ‘alla memoria’.

Graviano Il secondo collegamento, invece è che un mandato di arresto è stato notificato in carcere anche a Giuseppe Graviano, il capo del mandamento palermitano di Brancaccio detenuto a Terni e ritenuto il ‘coordinatore’ delle stragi continentali.

L’alleanza Secondo la procura calabrese ‘Ndrangheta e Cosa Nostra – per mettere in ginocchio lo Stato e sostituire la vecchia classe politica “divenuta inaffidabile” si consolidò proprio attraverso Filippone e Graviano. Se la tesi troverà conferma, dovrà essere riscritto un intero pezzo di storia d’Italia. E anche la morte del vigile del fuoco ternano Stefano Picerno farà parte di questa riscrittura.

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