La lotta di una madre: «Giustizia per Nikola»

Sant’Anatolia di Narco – Suo figlio è rimasto ucciso in un incidente stradale con un’auto guidata da un ragazzo che aveva bevuto: «Mi hanno fatto togliere lo striscione, ma vado avanti»

Condividi questo articolo su

di P.C. 

«Vivere è un diritto, bere è una scelta: guida con prudenza». Un messaggio semplice semplice, lampante, quasi scontato nella sua ovvietà. Eppure è un messaggio che a qualcuno non è piaciuto, se è vero – come è vero – che lo striscione su cui era impresso è stato fatto togliere dal cavalcavia dove era stato affisso.

Lo striscione per Nicola

Nikola con mamma Rezana

Accanto allo slogan c’era la foto di un giovane che ora non c’è più. Si chiamava Nikola Duka e aveva 21 anni quando, il 14 marzo del 2019, è rimasto ucciso in uno scontro con un’auto il cui guidatore – un ragazzo dello stesso paese (Sant’Anatolia di Narco), quasi suo coetaneo – era sotto l’effetto di alcol. Lo striscione era stato affisso dalla signora Rezana, mamma di Nikola, che come ogni mamma mai avrebbe immaginato di sopravvivere al proprio figlio, strappatole via all’improvviso. Una mamma che ora chiede giustizia.

A pensar male…

Lo diciamo subito. La signora Rezana non aveva autorizzazione per affiggere quello striscione. E quindi chi lo ha tolto ha fatto il suo dovere. Solo che prima, lì, in quello stesso punto, fin dal giorno dopo quella immane tragedia, c’erano stati altri striscioni, rimasti per mesi, e nessuno si era mai sognato di farli togliere, nonostante nemmeno per quelli ci fosse autorizzazione. Solo che era striscioni di cordoglio, di ricordo, non ‘insinuanti’ come quest’ultimo, che fa chiaro riferimento alle all’alcol e all’avventatezza di chi si mette alla guida dopo aver bevuto, che sono state le reali cause della morte di Nikola, schiantato in un frontale sulla strada che da Sant’Anatolia di Narco va verso San Giacomo di Spoleto. «A pensar male si fa peccato, ma…». Il vecchio adagio lo conosciamo tutti. Logico pensare – per deduzione – che a qualcuno, in paese, non sia andato giù quel riferimento.

L’appello ai giovani

Il nuovo striscione sulla vela

Sembra assurdo ma può addirittura dare fastidio che una mamma invochi giustizia nei confronti di un giovane di buona famiglia, con un padre in divisa, che quel giorno ha commesso un errore. E Rezana chiede che per quell’errore paghi, come è giusto che sia. Chiede che la memoria del suo Nikola venga onorata con l’esercizio delle giustizia. E chiede di poter continuare la sua battaglia, che prima di diventare giudiziaria (il processo comincia ad ottobre) è di comunicazione, per sensibilizzare i giovani sui rischi che si corrono a mettersi alla guida dopo aver bevuto. E allora quelle stesse parole le ha impresse su una ‘vela’, con cui andrà in giro per qualche giorno. E nessuno potrà fermarla. Nessuno dovrà azzardarsi a fermarla. Lo deve a Nikola e lo deve ai suoi fratellini.

La lettera

Per questo, Rezana continua a voler parlare del figlio. E lo fa in mille modi. Ad esempio, in occasione di una recente messa in ricordo di Nikola, ha scritto una lettera come se a parlare fosse proprio lui. «Chiedo che mio figlio abbia giustizia, perché era un figlio d’oro, e perché nessuno mai più si permetta di mettere a rischio la vita degli altri».

«Ciao. Mi chiamo Nikola… avevo una madre, un fratello e una sorellina.
Avevo tanti amici fantastici, avevo sogni, progetti, una vita davanti. Volevo vivere.
Purtroppo per me non ci sarà piu nulla, da quel 14 marzo, quando la mia vita è stata spezzata per l’incoscienza e l’irresponsabilità di chi ha deciso di mettersi alla guida con un tasso alcolemico ampiamente superiore rispetto a quello consentito dalla legge. Mi ha strappato a mia madre, ai miei fratelli, agli amici, ha cancellato la mia vita. A ottobre ci sarà il processo.Io chiedo giustizia, non soltanto per me, ma anche per prevenire che altre persone perdano la propria vita, che altre mamme subiscano quello che mia madre soffre ogni giorno da quando non sono più accanto a lei.
Voglio credere e sperare che giustizia sia fatta».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli