Ospedale di Terni: «Struttura strategica»

Al Santa Maria, dove il 20% dell’attività è rivolta a pazienti non provenienti dall’Umbria, una nuova Risonanza magnetica. Barberini su Città della Salute e ospedale Narni-Amelia

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di Fra.Tor.

È già in funzione da circa 5 mesi, ma la nuova Risonanza magnetica di ultimissima generazione è stata presentaa all’ospedale di Terni venerdì mattina. All’evento era presente anche l’assessore alla salute, coesione sociale e Welfare della regione Umbria, Luca Barberini, che ha visitato anche altre strutture dell’ospedale Santa Maria, oggetto di aggiornamenti tecnologici e rivisitazione organizzativa e logistica.

Il taglio del nastro

La struttura L’acquisizione della nuova Risonanza magnetica rientra nell’ambito di un ampio progetto di ristrutturazione della struttura di Diagnostica per immagini e radiologia (più di 4 milioni di investimento) che prevede l’accorpamento di tutto il servizio al secondo piano seminterrato e un importante aggiornamento tecnologico con sostituzione di gran parte della strumentazione attuale, un nuovo angiografo che si aggiungerà ai due già in dotazione, un’ulteriore Tac e due riuniti per la radiologia tradizionale.

Il dottor Passalacqua

La nuova Risonanza magnetica «Un macchinario di ultima generazione che è ormai entrato a pieno regime – ha sottolineato il direttore generale Maurizio Dal Maso – e un direttore con elevate competenze, erano i due tasselli che mancavano per consentire a una struttura strategica come la radiologia di potenziare l’attività diagnostica soprattutto dal punto di vista della qualità delle prestazioni erogate». L’incontro di venerdì è stato anche l’occasione, infatti, per presentare il neodirettore della struttura, Giovanni Passalacqua, in servizio dal primo settembre. «La nuova Risonanza magnetica – ha spiegato Passalacqua – è in funzione ormai da circa 5 mesi, 12 ore al giorno dal lunedì al venerdì e 6 ore il sabato, permettendo così di effettuare 25/30 prestazioni giornaliere di altissimo livello. Dotata di software e metodi di scansione adatti ad ogni esigenza di diagnostica clinica avanzata, consentirà di eseguire anche studi mirati per organo ad altissima risoluzione in campo neurologico, cardiologico, angiografico, urologico, senologico con importanti applicazioni anche per la tipizzazione e lo studio delle neoplasie e delle malformazioni vascolari cerebrali e per la diagnostica oncologica ed oncoematologica, muscolo-scheletrica, delle malattia infiammatorie croniche del’intestino fino agli studi neonatologici».

L’INTERVISTA ALL’ASSESSORE BARBERINI – IL VIDEO

L’assessore Barberini

«Migliorare» Per l’assessore regionale Luca Barberini, «l’investimento conferma che si procede in un continuo aggiornamento per dare risposte ai bisogni di salute di questo territorio. Oltre il 95% degli umbri continua a richiedere assistenza sanitaria nella nostra regione. Il presidio ospedaliero di Terni è attrattivo per le prestazioni erogate e perché attira pazienti anche da fuori regione, infatti, oltre il 20% dell’attività è rivolta a pazienti non provenienti dall’Umbria». Ma Barberini ha sottolineato che «non ci dobbiamo fermare, i risultati che abbiamo ottenuto sono incoraggianti, ma per continuare a migliorare dobbiamo investire in risorse tecnologiche, in professionalità, in competenze sanitarie e nel dare impulso alle scelte di programmazione regionale e nelle scelte di governance delle singole Aziende». 

La Città della Salute e ospedale Narni-Amelia Durante l’incontro di venerdì, con l’assessore Luca Barberini si è parlato anche della Città della Salute e dell’ospedale Narni-Amelia. «Terni avrà la Città della Salute – ha detto l’assessore – perché a Terni e alla sua provincia serve una Città della Salute che dia una risposta vera inserita nella programmazione che sia sempre più orientata all’attività sanitaria e all’attività socio-sanitaria». Sull’ospedale Narni-Amelia, ha invece spiegato che si tratta «di un intervento che aspettiamo da tanti anni, di cui abbiamo rivisto il progetto per realizzarlo interamente con risorse pubbliche. Un terzo delle risorse, circa 20 milioni, sono assicurate dai fondi di programmazione nazionale; i due terzi restati, oltre 40 milioni, vengono assicurati dalle risorse del sistema sanitario regionale. Nei prossimi mesi partirà la procedura di esproprio, che conferma la nostra volontà di realizzare un presidio ospedaliero che dia risposte alla riabilitazione e post-acuzie, dall’altro provare a dire risposte all’area medica, creando una struttura sempre più in stretta collaborazione con l’azienda ospedaliera». Tutto chiaro, no? Ciò che, però, resta ancora un mistero, sono i tempi di realizzazione dei progetti. Questo, forse, non ci è dato saperlo.

 

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