Partito Democratico, tante spine in Umbria

A Perugia il segretario Giacopetti chiama all’impegno: «Se sono io il problema, posso farmi da parte», mentre a Terni giovedì si riunisce una direzione contestata

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Se a Perugia «il PD non può permettersi – dice il segretario Francesco Giacopetti – di galleggiare fino al congresso». A Terni si prepara a vivere una serata – giovedì si riunisce dopo circa mesi «un’assemblea – scrive un’ex militante – che di fatto è stata azzerata» – che potrebbe rivelarsi surreale.

Perugia Secondo Giacopetti, nel PD perugino è necessario «che nessuno indugi ulteriormente alla finestra e che ciascuno si carichi sulle spalle la propria quota di responsabilità. Restano problemi enormi e che pesano come macigni sull’attività del Pd a Perugia. Il primo – segnala Giacopetti – ha a che fare con l’estremizzazione del correntismo, che mina la solidità e del Partito e scarica sui luoghi del confronto tensioni che si producono altrove e che non hanno a che fare coi contenuti. Quindi in molti, purtroppo, hanno scelto di fare della ‘latitanza’ una strategia politica: si va troppo spesso in ordine sparso e si scelgono altri luoghi per confrontarsi e dibattere. Così si svuota il partito della sua forza ma soprattutto della sua dignità. Questo non è più tollerabile».

Il confronto Giacopetti auspica, «un confronto alla luce del sole. Ho detto a più riprese e ribadisco stamattina: se la mia figura rappresenta un alibi alla mancata partecipazione di qualcuno sono pronto a farmi da parte, per il bene del Pd, non sono certo attaccato alla poltrona. Ci si confronti, anche su questo, in percorsi limpidi e trasparenti, non alimentando chiacchiere nei corridoi o, peggio, organizzando caminetti. Altrimenti non si indugi ulteriormente alla finestra e ciascuno si prenda sulle spalle la sua quota di responsabilità. C’è da lavorare per portare il partito al congresso con un progetto condiviso – sottolinea il segretario – e che proceda su due binari: uno interno, di riorganizzazione del partito; uno esterno, che veda il nostro impegno per l’elaborazione di una nuova visione di città. Dal punto di vista della riorganizzazione, ad esempio, è arrivato il momento di rilanciare i circoli, rivedendone la geografia e riducendone il numero, magari agganciando il ragionamento sulla nostra nuova struttura a quello sull’istituzione dei consigli di quartiere».

Terni Nella seconda città del’Umbria, il confronto tra militanti e simpatizzanti ‘dem’ viaggia invece su internet: «Quasi quasi – scrive su Facebook uno di loro – se continua così, manco vado in assemblea comunale. Ho visto la guida TV e la stessa sera, oltre all’imperdibile Festival, monumento del paese reale, ci sono ‘Interstellar’ ed ‘Il fondamentalista riluttante’». Dando il via al dibattito virtuale.

La convocazione Che comprende anche annotazioni, come dire, pratiche, tipo «perché quando la fanno? A me – scrive un’iscritta – non arrivano le mail, è una vita – lamentela fatta propria anche da altri – che lo dico: almeno un Sms!», mentre una dirigente è decisamente caustica: «Beh io avrei da dire un pò di cose, anche se in questi lunghi mesi abbiamo fatto assemblee online. Ma non mi sottraggo alla discussione, mai!», con l’autore del post originario che replica: «Anche io avrei tanto tanto tanto da dire, ma non so come spiegare, vedo un’aria di finzione, un gioco delle parti. E poi non ho molto tempo per fare quello che vorrei e quindi che senso ha, venire, dire e non poter fare? nessuno».

Polemici Ma c’ò anche chi va più a fondo: «Diranno (quasi tutti) che va tutto benissimo e che la colpa è del resto del mondo. Alla fine voteranno un documento che afferma che il predissesto è un bene, l’inquinamento non esiste, la giunta è la più titolata e capace dell’intero Paese e che chi non la pensa così sa solo insultare (piantarello…), poverini». Mentre un’ex militante mette il dito nella piaga: «Ovviamente non verrò. Mi domando però se ha ancora un senso partecipare ad un’assemblea che di fatto è stata azzerata da una direzione (che non si riunisce da circa sei mesi; ndr) sovradimensionata all’inverosimile ed ormai luogo di tutte le discussioni e decisioni». La replica è chiarissima: «No, sarebbe da richiedere, regolamento alla mano, conto di questo atteggiamento, e magari farlo anche presente a Roma, che non esiste solamente quando si deve fare la ruota per un posticino in una lista qualsiasi, dal condominio al Parlamento».

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