Patrocini ai ‘pride’, ora è psicodramma nel centrodestra. Peccato

La Regione Umbria lo conferma ed espone la Lega agli attacchi. Il Comune di Terni dice ‘no’ e incassa il plauso di Pillon e Caparvi. Sembra un’altra occasione persa per la politica

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I ‘pride’ – con relativi patrocini – agitano, e parecchio, i sonni di numerosi esponenti del centrodestra in Umbria, ad ogni latitudine. Se la Regione Umbria ha inteso confermare il proprio, per la manifestazione principale in programma da sabato pomeriggio a Perugia, viceversa a Terni – 10 favorevoli, 10 contrari fra cui il sindaco Latini e 8 astenuti – la richiesta di patrocinio, o ‘vicinanza’ con l’esposizione dei colori arcobaleno in vista dell’evento del 23 giugno in piazza della Repubblica, è stata restituita al mittente, ovvero al consigliere comunale di opposizione Alessandro Gentiletti, imbufalito con il primo cittadino e chi ha votato con lui.

Stress Lega

Quello dei patrocini al ‘pride’ è uno psicodramma tutto interno al centrodestra, con gli oppositori – dentro e fuori le assemblee politiche – che si sono visti servire su un piatto d’argento la possibilità di affondare il colpo. Sì, hanno anche sinceramente apprezzato la linea-Tesei – dettata forse da più di un assessore regionale – ma l’occasione politica era troppo ghiotta per non rimarcare le contraddizioni che hanno mandato ancora una volta in frantumi il centrodestra ed esposto in maniera aperta la stessa Lega: ‘tradita’ dalla sua Tesei, ‘rimessa in riga’ dal ternano Latini, stressata una volta di più nei rapporti in maggioranza con FdI, Fi e civici.

Peccato

Il tentativo di salvare capra e cavoli, non certo la giunta regionale, almeno in questa fase, è stato del segretario regionale leghista Virginio Caparvi e del ‘duro e puro’ Simone Pillon, senatore e responsabile regionale della Lega per le politiche della famiglia. Entrambi plaudono ai leghisti di Terni che hanno alzato barricate al ‘pride’, come a sottolineare che a palazzo Donini non è stato fatto altrettanto, anche se nei giorni scorsi il dietrofront al patrocinio appariva quasi scontato. Invece non è stato così e il tema, che è sempre delicato e tocca i diritti e la sensibilità di ciascuno, è nuovamente finito sulla graticola politica, mezzo bruciato e destinato alle solite ‘pance’ che non vedevano l’ora.

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