Per oltre 20 anni crede che i figli siano suoi: marito risarcito

Umbria – Prima la scoperta del tradimento e poi gli atroci dubbi confermati dal test del Dna. L’ex moglie dovrà versare 150 mila euro

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150 mila: è la cifra che una donna di Città di Castello (Perugia) dovrà versare all’ex marito – da cui si è separata – per avergli fatto credere che i due figli della coppia, di cui l’uomo si è preso cura per oltre 20 anni, erano suoi. In realtà – è stato poi il test del Dna a chiarirlo – l’uomo, piccolo imprenditore 60enne dell’alta valle del Tevere, non era il padre di nessuno dei due. A riportare la notizia è La Nazione Umbria.

La vicenda

La prima scoperta – la relazione extra coniugale – arriva dopo anni di matrimonio apparentemente sereno, suggellato dalla nascita di due figli, un maschio e una femmina. E’ il 2006 e l’imprenditore tifernate, insospettito dalle frequenti uscite serali della donna e da certe telefonate, decide di vederci chiaro. Una sera torna prima del previsto dal lavoro e scopre il tradimento. Parte da lì l’iter di separazione: il giudice sancisce che spetta all’uomo pagare gli alimenti dei figli, ma intanto in lui c’è un sospetto ancora più atroce. Che i due ragazzi non siano biologicamente ‘suoi’.

Il risarcimento

Attraverso il proprio legale, procede così ad effettuare il test del Dna che svela tutto. Il disconoscimento della paternità arriva ufficialmente nel 2018. Più recente, invece, è la sentenza del tribunale civile che ha condannato la donna a versare all’ex marito 150 mila euro per i danni patiti a causa della menzogna che ne ha segnato la vita.

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