L.P.
Se ancora non lo era ufficialmente, ormai la rievocazione storica ‘Perugia 1416’ sembra essere diventata una questione politica. Così, come divide la città, divide anche la politica.
Lo statuto, sottoscritto lunedì dai soci davanti al notaio Brufani, presenta alcune modifiche rispetto a quello inizialmente ipotizzato. Una su tutte riguarda le modalità di accesso all’associazione Perugia 1416: se prima bisognava essere presentati da tre soci, di cui due fondatori, ora per entrare a far parte delle attività basterà farne richiesta al consiglio direttivo. La stessa associazione, poi, avrà sede nell’assessorato alla cultura in via Podiani 11, a palazzo della Penna. Oltre ai soci fondatori e agli associati, lo statuto prevede ora anche i soci ordinari e quelli onorari, cioè «coloro che abbiano acquisito particolari benemerenze e/o significato e/o chiara fama a livello nazionale e internazionale nel campo delle finalità dell’associazione». Poi ci sono i sostenitori, cioè tutti coloro i quali oltre alla quota associativa ordinaria vorranno contribuire ulteriormente alla manifestazione sborsando altri soldi.
Polemiche Neanche qualche ora dopo la nomina dei primi vertici all’interno dell’associazione, il Pd ha subito puntato il dito contro l’assessore alla cultura Teresa Severini che ha assunto l’incarico di presidente dell’associazione. Un vero e proprio scivolone, commentano in una nota Pd e Socialisti riformisti, «sembra la sua nomina, o meglio la sua incoronazione, a capo dell’associazione privata che disporrà dei molti fondi, degli spazi e, addirittura, del personale del Comune di Perugia. Oltre a lei numerosi candidati di centro-destra al Consiglio Comunale come Nucciarelli (Perugia Rinasce), David Orsini (Romizi Sindaco), Fabrizio Mosci (assistente di Nucciarelli e candidato con Perugia Rinasce), Francesco Forlin (Scelta Civica) e Michele Antonioni (Romizi Sindaco) fanno apparire Perugia 1416 più che un’associazione cittadina un centro di collocamento per candidati non eletti».
L’assessore Non solo, i consiglieri di opposizione rimarcano la poca eleganza con cui l’assessore avrebbe commentato l’assemblea pubblica organizzata venerdì scorso sotto il nome di ‘Ritorno al passato’. Dichiarazioni fuori luogo, per il Pd, quelle dell’assessore contro un’assemblea pubblica che aveva riunito oltre 200 persone e intellettuali pur se con l’intento di criticare la manifestazione. «Al di là delle posizioni espresse durante l’iniziativa – si legge nella nota – la reazione scomposta dell’Assessore Severini è inaccettabile: ha aggredito i relatori dicendo che dovrebbero starsene a casa, che non amano la città di Perugia, accusandoli addirittura di essere vigliacci. Le sue dichiarazioni sono davvero molto gravi e offensive. Stiamo parlando di associazioni che negli anni si sono impegnate per coltivare il tessuto culturale della città e dei suoi quartieri e a cui le istituzioni devono molto. E di illustri studiosi la cui opinione non si può liquidare con spocchia e fastidio». E intanto per mercoledì 9 marzo è previsto un altro incontro in vista dell’appuntamento dell’11 e 12 giugno. Alla Sala Sant’Anna di viale Roma, alle ore 17.30 il professore di storia delle dottrine politiche Claudio Finzi ripercorrerà la biografia di Braccio Fortebracci attraverso l’opera del suo biografo Giannantonio Campano.