Perugia, Bucchi deluso dal mercato invernale

Il mister avverte: «La rosa è buona, fatta di uomini veri, ma andare ai playoff sarà un’impresa»

Condividi questo articolo su

Non fa polemiche, si allinea alla versione della società espressa dalla conferenza stampa del presidente Santopadre, ma chiarisce che lui da questo mercato si aspettava di più. Come al solito sincero e schietto, mister Cristian Bucchi rivela la sua idea sulla rosa attuale e sugli obiettivi in campionato.

LE PAROLE DEL MISTER IN CONFERENZA (VIDEO)

Cristian Bucchi in conferenza

Contento degli uomini «Sono contento della squadra che ho a disposizione. Sono calciatori, uomini innanzitutto, che danno l’anima e sono da Perugia. Come tutti gli allenatori, però, non mi accontento mai. Speravo in qualcosa di più, ma la società ha fatto quello che poteva fare. Ma penso che se parlate con Guardiola o con Ancelotti neanche loro siano soddisfatti del mercato. Certo, quando hai ambizioni, si cerca di chiedere il più possibile alla società durante le sessioni di calciomercato. Questo fanno gli allenatori e questo ho fatto anch’io».

Un momento della conferenza del presidente

Centrocampo ok, pochi in difesa«Sicuramente – ammette Bucchi – causa anche gli infortuni, non abbiamo una rosa amplissima: 7 difensori (di cui 3 diffidati) e abbiamo tanti impegni ravvicinati. Anche davanti, causa infortunio di Nicastro e Di Carmine, numericamente siamo pochi. In mezzo al campo, forse, nonostante la partenza di Zebli, siamo più coperti: abbiamo 5 giocatori qualche elemento della Primavera che possono completare il reparto».

In linea con la società «Che ci siano visioni differenti è normale perché le competenze e i ruoli sono diversi quindi, è fisiologico che ci sono delle cose che possano essere viste in maniera diversa sulla rosa. Non credo ci sia differenza, invece, in merito agli obiettivi. Magari lo diciamo con parole diverse, ma la sostanza è quella. Noi non siamo una società che ha preso 15 giocatori dalla serie A e che dice ‘noi dobbiamo andare ai play off e basta’. Noi abbiamo tenuto conto di tanti aspetti durante il mercato: garantire un futuro a questa società e permettere lungimiranza nella programmazione. La società ha fatto le operazioni che poteva fare con le disponibilità che aveva. Io non mi accontento, è chiaro. L’ambizione era fare qualcosa in più. Non ci siamo riusciti, amen, non ci fasciamo la testa».

Roberto Goretti

Playoff, un’impresa «Detto questo, dobbiamo essere anche onesti nel dirci che se raggiungiamo i playoff facciamo un’impresa eccezionale – dice Bucchi – perché quelle che sono dietro si sono rinforzate. E tanto. Ma noi non molleremo un centimetro, questo è chiaro, cercando di ottenere sempre di più e puntando sulle qualità umane di questo gruppo, che sono importanti. Certo, non deve essere un obbligo o un’ossessione, cosa che invece avranno altre squadre che sono intervenute sul mercato in modo importante, con budget diversi dai nostri. In quel caso, si parlerebbe di fallimento, non nel nostro. Noi abbiamo davanti un’impresa».

Fazzi e Forte

Si punta su Forte Non è arrivata la punta (e chissà se è stata cercata davvero), ora è chiaro che, in assenza di Samuel Di Carmine, si punterà su Francesco Forte, che deve essere bravo a integrarsi nel gioco della squadra: «Da una parte dovremmo essere bravi noi a sfruttarlo in area di rigore, dall’altra dovrà essere bravo lui a giocare più con la squadra. Deve fare il lavoro inverso a quello che ha fatto Di Carmine, che da uomo di movimento ha imparato a fare anche il centravanti d’area. Un percorso normale in linea con le caratteristiche e l’età di Francesco».

Gnahoré come Pogba «Eddy mi piace molto. Con le giuste proporzioni, per le movenze sembra un mix tra Yaya Touré e Pogba. Ci ha portato tantissima struttura, cosa nella quale pagavamo un po’ dazio contro squadre fisiche. Poi ha tanta qualità, credo possa diventare un calciatore di valore. Purtroppo quando era a Carpi ha avuto un brutto incidente. Ma sarà con noi per 18 mesi: c’è tutto il tempo per portarlo a livelli ottimali».

Mustacchio un jolly «Lui è l’esterno che ci serviva. Ha qualità diverse rispetto al nostro pacchetto di esterni. Avevamo la forza e la potenza di Nicastro, l’estro e la tecnica di Guberti e Terrani, lui ci dà l’attacco della profondità. Col suo arrivo abbiamo chiuso questo cerchio e avremo la possibilità di utilizzarlo in più ruoli, visto che ha fatto anche la seconda punta, Ovviamente rispettando le sue caratteristiche».

Belmonte anche centrale Coperta corta in difesa, ma c’è il jolly Belmonte. «Come centrale, al posto di Mancini gioca Monaco. Dossena starà in panchina, ma sappiamo che Belmonte oltre al terzino può fare anche il centrale, che è il suo ruolo naturale. E questa opportunità rende la nostra coperta leggermente più lunga, a seconda delle situazioni possiamo impegnarlo nell’uno e nell’altro ruolo».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli