Perugia, Santopadre un fiume in piena

Il presidente ne ha per tutti: dai tifosi ai giornalisti. E chiarisce la sua posizione su Bianchi, sul mercato, sulla rosa attuale e sugli obiettivi in campionato

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Visibilmente arrabbiato, anche al di là di quanto fosse lecito aspettarsi, il presidente del Perugia Massimiliano Santopadre, durante la conferenza stampa che ha seguito l’amichevole con la formazione rumena del Viitorul Constanta, rimanda al mittente le critiche sul mancato ‘colpo’ di fine mercato.

Santopadre con George Hagi

Progetto cambiato per cause di forza maggiore «La squadra si era comportata benissimo. Fino al termine del girone di andata, l’idea era quella di lasciare intaccato l’impianto base della formazione – assicura il patron biancorosso – sostituendo solo i giocatori che non rientravano nel progetto con altri più adatti. Poi qualcosa è cambiato: prima gli infortuni poi le cessioni ci hanno portato a cambiare più di quanto avevamo preventivato. E a chi non conosce i retroscena potrebbe sembrare che abbiamo fatto una rivoluzione».

GUARDA IL PRESIDENTE IN CONFERENZA STAMPA (VIDEO)

Massimiliano Santopadre

Qui si fanno giocatori «Sono state fatte le cose giuste che andavano fatte. Perché di fronte a certe offerte non si può dire di no. E fra l’altro conta anche la volontà del calciatore, giustamente affascinato dall’idea di andare in categorie superiori e guadagnare di più. Abbiamo venduto due giocatori alla serie A belga e alla serie A turca. Vi rendete conto di che orgoglio? Questi due ragazzi li abbiamo formati noi e ora faranno la Champions League e quando andranno a vedere la loro storia vedranno che sono partiti da Perugia».

Come abbiamo speso i soldi «I soldi di Mancini li abbiamo investiti negli acquisti di Forte (prestito oneroso), Mustacchio e Terrani, che sono nostri a titolo definitivo. Drole è un prestito oneroso che verrà pagato in due tranche, ma siamo nell’ordine delle centinaia di migliaia di euro, non di milioni – rivela Santopadre, smentendo le cifre riportate da alcuni giornali – abbiamo fatto una buona plusvalenza con Zebli, per una cifra che verrà pagata però in quattro tranche. I soldi di Zebli saranno investiti soprattutto nel mercato estivo, che sarà pianificato nel modo più opportuno».

Il ds Goretti con il presidente Santopadre

Mercato? Un circo «Questo circo che si crea attorno alle sessioni di mercato viene esasperato a tal punto da creare una aspettativa eccessiva nei tifosi e nei giornalisti locali – dice il presidente, nel momento più nervoso della conferenza – io e Roberto (Goretti) siamo andati a Milano per cogliere occasioni, non perché avevamo in mente degli acquisti. Ci siamo stati perché nel caso si fosse creata una possibilità noi dovevamo essere pronti. Ma tutti quei nomi che sono venuti fuori non corrispondo al vero. Poi non c’è il colpo e sembra che il Perugia non abbia fatto nulla. Ma non è così. Il centravanti noi lo abbiamo acquistato da tempo e si chiama Francesco Forte».

Presentazione ufficiale Nicolò Fazzi e Francesco Forte

Fazzi e Forte

Obiettivi raggiunti, critiche eccessive «Avevamo la necessità di prendere un esterno che sapesse inserirsi e abbiamo preso il migliore in B (Mustacchio) e uno dei migliori in Lega Pro (Terrani). Si è fatto male Rosati e siamo stati pronti a prendere il miglior portiere disponibile sul mercato (Brignoli). A centrocampo abbiamo preso un signor giocatore come Gnahoré, che ci dà fisicità e tecnica. In difesa, dopo l’ennesima tegola arrivata dall’infortunio di Mancini abbiamo preso un giovane di prospettiva che anche oggi ha fatto molto bene. Poi c’è Fazzi che è un jolly e starà con noi 18 mesi. E infine Forte, che ha segnato 15 reti in mezzo campionato di C. Sono molto soddisfatto e non capisco le critiche per il mancato colpo dell’ultimo minuto: se volevo fare il furbo mi presentavo qui l’ultimo giorno con Mustacchio e stappavate le bottiglie di champagne. Invece lo abbiamo preso a metà gennaio e sembra una cosa da niente».

L’ansia da bomber «Si parla sempre del centravanti, del bomber. Ma noi in sei anni di gestione abbiamo sempre avuto l’attaccante più forte della categoria, spesso capocannoniere o vicecapocannoniere. eppure, nell’immaginario collettivo, questa società è sempre senza bomber. Quest’anno abbiamo Di Carmine che ha fatto 7 gol prima dell’infortunio, dietro solo a Pazzini in classifica marcatori. Poi abbiamo preso il più forte della Lega Pro che ha fatto 15 reti in 21 presenze».

Rolando Bianchi

Una rosa all’altezza «Secondo me solo il Bari e il Frosinone hanno fatto meglio di noi sul mercato. Sento invece dire che solo le altre si sono rinforzate. Poi bisogna tenere in considerazione che ci sono tante squadre in grado di spendere tanto più di noi. Il Perugia ha la sua politica e non deve fare il passo più lungo della gamba. Ciononostante dobbiamo sempre e comunque crederci. E io voglio essere trasparente: se penso che possiamo andare in A, lo dico. Poi se non ci andiamo, amen. Vorrà dire che questa estate lavoreremo per fare meglio. Secondo me l’allenatore ha a disposizione una rosa in grado di lottare per difendere la propria posizione nei playoff»

Nessun problema con Bianchi «Devo ammettere che siamo sfortunati con i ‘grandi nomi’ – dice Santopadre, senza fare nomi, ma ricordando altri casi analoghi (vedi Taddei) – ma la colpa non è di nessuno. Con Bianchi non è successo nulla di così strano. Semplicemente: il mister non vedeva il calciatore, che non gioca e quindi non è contento, e noi abbiamo fatto in modo di sistemare il calciatore e di accontentare l’allenatore. Tutto qua. Santopadre non ce l’ha con Bianchi e Bianchi non ce l’ha con Santopadre. Per me è un bravo ragazzo e gli sono affezionato».

Con Hagi nel museo

Non dimentico le strutture «Non vi aspettate che adesso questi benedetti soldi di Zebli li utilizzo per il grande campione. Innanzitutto perché non ci sono i flussi di cassa: il conguaglio arriverà in 4 rate fino al 2019. Poi perché il nostro progetto prevede un potenziamento del settore giovanile, realizzare un’altra struttura per il convitto, rifare la palestra, realizzare uffici in muratura e non nei prefabbricati. Perché sono convinto che se una persona lavora in un ambiente consono lavora meglio».

Per amore del Perugia, potrei anche vendere «Io mi sento sempre meglio a Perugia, sono sempre più legato alla città, dove vivono i miei figli. Eppure continuano a chiamarmi ‘il romano’. Ma di romano ho solo la carta d’identità. E poi perché dovrei rinnegare la mia città d’origine? Amo la città e la società, a tal punto che se arrivasse qualcuno di facoltoso e di capace con l’intenzione di fare il bene della società sarei anche disposto a farmi da parte. Invece, ve lo assicuro, non si è presentato nessuno seriamente. Giusto chiacchiere per interposta persona».

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