Perugia, caccia ‘urbana’ ai cinghiali: sindaco diffidato

Il dissenso degli animalisti dopo l’emissione dell’ordinanza che autorizza la caccia in braccata e l’abbattimento nell’area del fosso di Santa Margherita

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Dopo l’emissione dell’ordinanza firmata del sindaco di Perugia che autorizza la caccia in braccata e l’abbattimento dei cinghiali nell’area del fosso di Santa Margherita, a ridosso del centro storico di Perugia, le associazioni Umbre LAC Umbria, Avi Vegani Internazionale Umbria, Perugia Animal Save, Animal Liberation Perugia e Lav Perugia, hanno presentato una diffida al primo cittadino.

L’ORDINANZA DEL SINDACO

La caccia in braccata

Domenica 6 giugno, infatti, 15 cacciatori con cani da cinghiale già designati da tempo da Regione Umbria e Atc Perugia 1, saranno autorizzati alla caccia in braccata e l’abbattimento dei cinghiali. Le associazioni hanno quindi presentato la diffida al sindaco e a tutti gli enti al quale è stata inviata, «per consentire all’amministrazione comunale di poter ritirare il provvedimento», chiedendo invece degli abbattimenti previsti dall’ordinanza «di utilizzare tutte le misure non cruente per l’allontanamento degli animali e a protezione della pubblica viabilità». Le associazioni ritengono «che l’ordinanza sia stata disposta in violazione di legge e che la sua esecuzione comporti addirittura oggettivi e prevedibili rischi per la cittadinanza: persone, animali, cose. Le operazioni autorizzate «potranno infatti creare situazioni di pericolo invece di eliminare un rischio attuale e grave, che non risulta sia stato verificato né viene dichiarato nell’ordinanza, nella quale si fa riferimento generico solo ad attività di contenimento per evitare il riprodursi degli animali. È particolarmente grave che nella stessa ordinanza venga dichiarato apertamente: ‘le azioni vengano interrotte immediatamente in caso di situazioni particolari che possano mettere a rischio la sicurezza degli operatori o di terze persone’». Presentando la diffida le associazioni hanno quindi chiesto formalmente al sindaco di Perugia di ritirare con effetto immediato l’ordinanza che, «qualora dovesse invece trovare esecuzione, porterebbe inevitabilmente ad una formale denuncia alle autorità competenti».

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