Perugia, caffè ‘amaro’: inchiesta in Comune

Indagati tre rappresentanti dell’azienda che gestisce i distributori automatici e un dipendente dell’ente: la magistratura vuole vedere chiaro sui prezzi

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C’era un doppio prezzo. Quello che l’azienda che aveva vinto la concessione aveva scritto sulla carta, per aggiudicarsi la gara e quello che, invece, veniva praticato ai dipendenti del comune che acquistavano un caffè o una brioche alla macchinetta.

L’inchiesta Nasce così, nel 2016, l’inchiesta portata avanti dal sostituto procuratore Mario Formisano e che vede indagati per frode nelle pubbliche forniture e turbata libertà degli incanti i tre dirigenti della Ristoroh24 – Alberto Brugnoni, presidente del consiglio d’amministrazione, Alessio e Arianna Brugnoni – come rappresentanti legali della stessa società che si è aggiudicata la concessione del servizio di distribuzione all’interno delle sedi comunali. Ma c’è anche un dipendente del comune nel registro degli indagati, finito nell’inchiesta per rifiuto e omissione di atti di ufficio.

Doppio prezzo Così se nel bando di gara c’era scritto che il caffè sarebbe costato 50 centesimi, al dipendente comunale invece poi costava 55, solo per fare un esempio. «Se chi deve controllare non lo fa, la vita è semplice e la concorrenza va a farsi benedire – è il commento della capogruppo in comune del Movimento 5 Stelle Cristina Rosetti – e così, ancora una volta, tocca alla magistratura fare chiarezza». Già perché sugli oltre 100 distributori automatici di tutti gli uffici comunali potrebbe esserci stata, già a monte, una chiara volontà di escludere la concorrenza  -su carta – per poi rifarsi sui singoli clienti.

Pochi commenti Intanto al momento sull’inchiesta vige il massimo riserbo, mentre da parte sua il sindaco Romizi ha già dato mandato agli uffici di fare tutte le verifiche del caso.«Il contratto è a tutt’oggi vigente – conclude la Rosetti – e ci sono sorprese in arrivo. La politica dovrebbe stare fuori dalle gare, anche quella nostrana. Lo dice anche Cantone».

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