Perugia, ‘caffè-amaro’: «Reato permanente»

Prezzi al rialzo negli oltre 169 distributori automatici di comune, scuole e uffici. Il M5s attiva la commissione controllo e garanzia

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Doppio prezzo per caffè e brioches. Un’indagine che vede indagati i rappresentanti dell’azienda Ristoroh24 e anche un’ex dirigente del comune oggi in pensione. Potrebbe trattarsi di un «reato permanente, quello contestato dalla Procura della Repubblica nei confronti dei rappresentanti della società cui fa capo la gestione dei distributori automatici negli uffici comunali, giudiziari e nelle scuole».

Le macchinette In tutto 169 distributori automatici e semiautomatici: 48 negli uffici comunali, 97, negli istituti scolastici, e 24, negli uffici giudiziari. Snack e prodotti di cui deve garantirsi la qualità, con inserimento di prodotti per celiaci ed intolleranti al lattosio, prodotti dietetici ed equosolidali, e anche la varietà, con l’inserimento mensile di nuovi prodotti. «Aspetti poco chiari, oggetto dell’attenzione della magistratura penale, di cui il Comune è da tempo a conoscenza, senza che però, ad oggi, per quanto ci risulta, abbia mosso un dito» dichiara la capogruppo in comune dei 5 stelle Cristina Rosetti.

Contratti avvalimento Circa le ipotesi di inadempimento, prosegue la Rosetti, a risultare poco chiara, in primis, è la questione dei contratti di avvalimento, cioè quando una società che partecipa ad una gara e non ha tutti i requisiti richiesti, si avvale di altre società che hanno requisiti e che quindi ne consentono la partecipazione e, come nel caso di specie, anche l’affidamento del servizio. «Poi, però, di tali imprese e professionalità occorre servirsi nell’espletamento del servizio, altrimenti si finisce per incorrere, nella migliore delle ipotesi, in gravi inadempimenti».

Ci sono poi i prezzi che, come si contesta in sede penale, risulterebbero «difformi da quelli promessi in sede di gara e, come ci risulta, chi doveva fare i controlli non sembra averli fatti. Bastava dare un’occhiata alle macchinette di tanto in tanto, quelle stesse da cui tutti i dipendenti comunali prendono il caffè». Proprio per questa «grave carenza di controlli, come ci risulta dagli atti – specifica Cristina Rosetti – abbiamo chiesto l’attivazione della commissione di controllo e garanzia. Che cosa ha fatto il comune in tutti questi anni? Chi doveva controllare e non l’ha fatto? E perché oggi che c’è un’inchiesta in corso il sindaco non dice nulla e quelle macchinette sono ancora lì, dentro i nostri uffici, nelle scuole e negli uffici giudiziari?».

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