Perugia: «City Campus, protocollo da rivedere»

Il presidente dell’associazione dei proprietari di case contesta l’iniziativa

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di Enzo Tonzani
Presidente ASPPI Perugia

Il recente protocollo d’intesa sottoscritto dal Comune di Perugia e le due Università di Perugia con le Federazioni provinciali degli agenti immobiliari Fimaa e Fiaip per l’attivazione di “City Campus”, dimostra ancora una volta il totale disinteresse del Comune rispetto alla necessità di promozione dei contratti a canone concordato che rappresentano la migliore condizione fiscale per i proprietari immobiliari e per gli stessi inquilini, quand’anche studenti universitari.

Oltre l’IMU e la TASI al massimo, il recente aumento della TARI e nessuna riduzione IMU per gli immobili concessi a canone concordato, adesso il Comune e le due Università promuovono sui loro siti istituzionali un presunto “Affitto Sicuro” volto, a loro dire, a ottimizzare la ricezione e l’accoglienza degli studenti universitari.

L’idea di garantire immobili di qualità agli studenti è sicuramente lodevole, ma se questa iniziativa è condotta senza il minimo coinvolgimento nel merito del protocollo delle associazioni dei proprietari immobiliari, seguendo logiche commerciali, o ancora peggio, promuovendo “certificazioni di qualità” degli immobili assolutamente discutibili e senza riferimenti diretti ai parametri dell’accordo comunale per la definizione dei contratti agevolati, più che una iniziativa da condividere, ci sembra una iniziativa contro i proprietari immobiliari.

Peraltro, nella prima pagina del sito promosso dal Comune e dalle due Università si legge “Trova il tuo alloggio, gratuitamente”, e solo dopo si capisce che il proprietario (persona fisica) che conferisce l’immobile deve comunque corrispondere la provvigione all’agenzia immobiliare che controlla “a campione” le dichiarazioni del proprietario sullo stato dell’immobile.

Nel merito, poi, della certificazione degli immobili mediante il sistema dei “grifetti” leggiamo che un grifetto è concesso solo in presenza di agibilità, impianti a norma e certificato energetico. Tutte condizioni obbligatorie di legge per affittare un appartamento e non certificano alcuna qualità. L’assurdo è che questa presunta certificazione di qualità si limita a richiedere solo il possesso del certificato energetico (APE) senza prevedere alcuna diversificazione e valorizzazione delle diverse classi energetiche.

Nel riservarci i necessari approfondimenti rispetto alle modalità seguite per la sottoscrizione del protocollo in parola, chiediamo al Comune e alle due Università di Perugia di rivedere il protocollo d’intesa in questione.

Per questo, è necessario il coinvolgimento delle associazioni della proprietà edilizia, in maniera di fornire effettivamente un servizio economicamente favorevole ai proprietari immobiliari, riconducendo le modalità di certificazione degli immobili ai parametri dell’accordo locale valido per il comune di Perugia per la stipula dei contratti a canone concordato, obbligare, come per legge, i soggetti che predispongono i contratti di locazione ad utilizzare i contratti tipo allegati all’accordo comunale, nonché coinvolgere le associazioni della proprietà edilizia nella definizione della corretta corrispondenza del canone di locazione agevolato ai parametri dell’accordo locale, evitando una ulteriore tassa occulta ai proprietari immobiliari che devono corrispondere per forza una mensilità di canone alle agenzie immobiliari aderenti alla Fimaa – Confcommercio.

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