Perugia, con Libera contro le Agromafie

Confronto fra studenti ed esperti sul tema delle mafie nel mercato agroalimentare. Presente Gian Carlo Caselli

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Nel complesso di San Pietro, a Perugia, l’associazione Libera e l’Università di Perugia hanno unito le forze per far confrontare esperti del settore sul tema delle cosiddette ‘agromafie’. Presente Gian Carlo Caselli, storico procuratore e ora presidente del comitato scientifico della fondazione Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare.

L’INTERVISTA A GIAN CARLO CASELLI (VIDEO)

Gian Carlo Caselli

Legalità il segreto «L’agroalimentare tira perché il Made in Italy è mercato florido e remunerativo. E dove c’è da guadagnare – dice Caselli – la mafia si butta. Sono a rischio tutti i segmenti della filiera: dalla produzione, al trasporto, alla trasformazione, alla commercializzazione, alla ristorazione. Un business calcolato intorno ai 16 miliardi di euro e purtroppo in espansione, a cui dobbiamo reagire. Il segreto è, come sempre, rispettare la legge. Per avere un cibo non soltanto buono ma anche ‘sano’ e ‘giusto’ c’è bisogno di legalità, sempre più legalità. E informarsi sulla provenienza dei prodotti che si acquistano».

Formare i giovani Il convegno è cominciato in ritardo: gli oratori ci tenevano che arrivassero gli studenti delle facoltà perugine coinvolte. L’incontro era soprattutto per loro perché la crescita passa attraverso la formazione delle nuove generazioni. L’iniziativa coinvolgeva ben tre dipartimenti (Giurisprudenza, Scienze Politiche e Dsa3), assumendo un carattere interdisciplinare e cooperativo che più di un oratore ha sottolineato: è dalla collaborazione – in ambito accademico ma non solo – che nascono cose positive per la società.

L’Antimafia che piace «Questo il modello di antimafia che piace a Libera, dove istituzioni, volontari e attivisti si scambiano informazioni e si aiutano a vicenda per estirpare il male delle mafie dalla società», ha detto il referente regionale Walter Cardinali, dando appuntamento al corteo che proprio dai Giardini del Frontone partirà in occasione della Giornata nazionale della memoria e dell’impegno, in programma il 21 marzo.

Cannizzaro: Umbria a rischio «Quando si parla di mafia, siamo portati a pensare soprattutto alle regioni del meridione e sicuramente cioè è vero – ha detto il Prefetto di Perugia Raffaele Cannizzaro – ma nel centro e nel nord dell’Italia purtroppo non si è immuni dal problema. Lo hanno dimostrato importanti indagini: ormai non c’è più un confine geografico alle mafie. In questa provincia già qualche anno fa sono stati confiscati diversi ettari di terreno. Nel solo 2016 ho firmato tre interdittive antimafia a soggetti che si erano appropriate di attività commerciali. E altri procedimenti sono in corso».

La crisi, un rischio Dopo i saluti istituzionali, le relazioni sono entrate più nello specifico, sottolineando di volta in volta come quello dell’agroalimentare sia un mercato molto ‘stressato’ dalla crisi, per questo più esposto alle ingerenze mafiose, che approfittano dei nervi scoperti e delle situazioni di difficoltà. I nuovi strumenti legislativi (a partire ovviamente dalla legge 231) aiutano ma ancora non bastano: le sanzioni per le frodi alimentari non sono né forti né dissuasive nel nostro paese, ancor meno all’estero, dove si assiste al proliferare dei cosiddetti prodotti ‘italian sound‘, con nomi simili a quelli di prodotti tipici italiani ma realizzati lontano dal Belpaese.

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