Perugia e la crisi del commercio: i numeri di un fenomeno in espansione

L’ultima ad abbassare le serrande è stata la storica pasticceria Rossini di Fontivegge

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di Giovanni Cardarello

Una brutta sorpresa ha accolto i cittadini del quartiere Fontivegge, a Perugia, nei primi giorni del 2024. Dopo diversi anni di fiorente ed apprezzata attività, lo storico bar pasticceria Rossini di via Mario Angeloni ha chiuso definitivamente i battenti. La notizia in verità era nell’aria da tempo: le serrande infatti erano chiuse da qualche giorno, ma la conferma ufficiale è arrivata attraverso un post della seguitissima pagina Facebook ‘Perugia in adesivo’. Un post dove si ripercorrono le tappe degli ultimi vent’anni del punto vendita.

Punto vendita che, verosimilmente, sarà sostituto da un’altra attività nel campo della ristorazione. Sulle vetrine è presente un cartello ‘lavori in corso’ che fa presagire importanti novità. Ma intanto va registrata l’ennesima chiusura e in particolare di una pasticceria, dopo che, sempre a fine 2023, aveva abbassato le serrande il bar l’Accademia di via dei Priori. In pieno centro. Anche qui dovrebbe esserci una nuova proprietà in arrivo.

Un segno dei tempi, soprattutto in zone come quella di Fontivegge dove il commercio è davvero l’unica luce nel buio di un territorio difficile e complesso. Basti pensare alle pochissime attività rimaste aperte nel quadrato ricompreso tra via Mario Angeloni e il palazzo dell’Agenzia delle Entrate. Indicazioni socioeconomiche e sensazioni purtroppo suffragate dai numeri che emergono con nettezza da un’analisi demografica redatta da Movimprese, Unioncamere e Infocamere e di cui dà conto Il Corriere dell’Umbria. Secondo questa analisi nel 2023 il saldo generale è negativo e nel terzo trimestre, in particolare, si è assistito ad un’importante morìa di imprese.

Il saldo del periodo luglio-settembre parla di 611 chiusure a fronte di 578 iscrizioni. Un dato che porta la provincia di Perugia al 103° posto nella classifica nazionale delle imprese commerciali con un tasso di decrescita del – 0,05%. Si attendono ora, con una certa ansia, i dati del IV trimestre dell’anno appena terminato per stilare un bilancio complessivo e capire che fotografia emerge. Ma le sensazioni non sono affatto positive.

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