Perugia e New York unite dalla ricerca

Ricercatori italiani ed americani analizzano sui pazienti i primi segni di schizofrenia

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«Dimmi come parli e capirò se sei a rischio di sviluppare un disturbo psicotico». Ricercatori italiani ed americani stanno portando avanti uno studio che, utilizzando tecnologie di intelligenza artificiale, porterà in tempi brevi ad individuare precocemente i sintomi della malattia mentale.

La collaborazione L’argomento è stato trattato giovedì mattina all’università di Perugia, come tema nella tesi di specializzazione dal dottor Francesco Bernardini, alla presenza del contro-relatore Michael Compton, a conferma di una collaborazione dell’ateneo perugino con il Lenox Hill hospital di New York City.

La ricerca al momento viene svolta su 40 pazienti, 20 americani e 20 seguiti dalla struttura di degenza del Santa Maria della Misericordia. Oltre al dottor Bernardini, collabora anche il dottor Luca Pauselli, che ha già frequentato la strutture psichiatriche americane. I ricercatori hanno individuato, a prescindere dalla lingua parlata dai pazienti, come alcuni movimenti della bocca possono far individuare i primi segni di schizofrenia.

La visita Il professor Compton, che viene considerato un ricercatore di fama internazionale con centinaia di pubblicazioni sulle più prestigiose riviste scientifiche, ha visitato sia i servizi psichiatrici ospedalieri, che quelli del territorio, complimentandosi per i servizi offerti. Nel pomeriggio il professore ha tenuto una lezione magistrale nelle aule universitarie, sugli aspetti sociali che influenzano la patologia psichiatrica.

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