Perugia, giudice Altrui: «Sconforto e paura»

Dimessa dall’ospedale la giudice aggredita lunedì: «Le ferite guariscono, ma c’è il resto, che non passa»

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«In questo momento provo molte sensazioni, molti sentimenti, fra questi c’è anche la paura»: trattiene a fatica la commozione Francesca Altrui, il giudice del tribunale civile di Perugia che lunedì mattina ha rischiato la vita a causa dell’aggressione di Roberto Ferracci, nel suo studio, al secondo piano del palazzo di via Matteotti.

I soccorsi

Le ferite dell’anima Intercettata dalle telecamere della Rai all’uscita dell’ospedale di Perugia, da cui è stata dimessa nella mattinata di mercoledì, la Altrui è apparsa ancora sotto shock: «Le ferite guariscono, poi c’è il resto e ci vorrà un po’ più di tempo – ha detto ai microfoni di Rosario Carello – difficile superare un trauma così violento, forte e inaspettato. È evidente che per superarlo ci vorrà un forte impegno».

LE POLEMICHE SULLA SICUREZZA

Il grazie al salvatore Non vuole ripercorrere pubblicamente l’episodio, ma nella sua mente lo rivivi ogni secondo, glielo si legge negli occhi, lo si intuisce da ciò che dice. «Ciò che più fa paura è la sensazione di sconforto, il timore di trovarmi sola a gestire una situazione incontrollabile», dice ancora la Altrui, che ringrazia pubblicamente il giudice Umberto Rana, il cui intervento – insieme a quello del commesso giudiziario, Giuseppe Alessandrini – le ha in pratica salvato la vita: «Ha dimostrato un coraggio e una generosità al di sopra del comune».

Il luogo dell’aggressione

La questione sicurezza «Mi auguro soltanto che questo ennesimo dramma induca tutte le autorità competenti ad assumere urgentemente misure concrete ed efficaci per la tutela della dignità prima di tutto ma anche della serenità e sicurezza del nostro lavoro»: il riferimento è alla gestione dei controlli ai varchi di accesso dei tribunali. E proprio oggi arriva la notizia che presto anche nella sede del palazzo delle Poste, dove è avvenuto il crimine, sarà installato un un metal detector con un sistema di videosorveglianza a circuito chiuso. A breve partirà la gara. Intanto verrà raddoppiato il servizio di vigilanza armata privata e aumenteranno i controlli delle forze dell’ordine in piazza Matteotti. Lo chiedono da anni avvocati e magistrati, che giovedì mattina si vedranno per un incontro alla sala dei Notari.

LA MORTE DEL PADRE, L’ALBERGO DI SPELLO: I TRAUMI DI FERRACCI

L’albergo Julia

Ferracci, a breve l’interrogatorio Nel carcere di Capanne, intanto, Roberto Ferracci attende di essere sentito dal pubblico ministero, che gli contesterà i reati di tentato omicidio pluriaggravato, lesioni personali e danneggiamento aggravato. Si va verso la conferma della custodia cautelare in carcere anche in virtù del profilo caratteriale dell’uomo, originario di Perugia, ma residente a Spello da molti anni, dove fino alla metà degli anni Novanta gestiva con la famiglia l’albergo ristorante Julia, che sembra essere stato la causa scatenante di ciò che è accaduto lunedì mattina.

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