Perugia il commosso addio di Goretti: «Resto tifoso»

Conferenza organizzata dalla società ma accanto a lui nessun rappresentante del Grifo. Il Goro lascia da signore: «Giannitti e Comotto? Ottima scelta»

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La conferenza di addio è l’ultimo atto di Roberto Goretti in seno al Perugia Calcio. Tant’è vero che si tiene in sede, in presenza, dopo tante videoconferenze organizzate a distanza. Solo che accanto a lui non ci sono rappresentanti della società. Peccato. Sarebbe stato un bel modo per dirsi addio, al di là dei messaggi evocativi che appaiono sui social. Goretti se ne esce con signorilità, ringraziando il presidente e facendogli i complimenti per la scelta di Comotto e Giannitti, che sono di fatto i successori suoi e di Pizzimenti, seppur con mansioni e cariche leggermente diverse.

Il video della conferenza

Video: le ultime parole di Roberto Goretti

I ringraziamenti

Al presidente («che mi ha dato questa opportunità di lavorare per la squadra del mio cuore», ai tifosi («che in questi dieci anni mi hanno sempre sostenuto, incoraggiato, aiutato e spinto e anche giustamente mandato a quel paese in questi ultimi giorni»), ad allenatori e giocatori che ha avuto in questi anni, infine alla stampa: «Devo dire che con me siete stati bravi: io sono un po’ orso, non sono molto bravo a comunicare, il telefonino non è molto familiare e vi ringrazio. Nella mia collaborazione con voi non sono stato bravo e mi scuso, ci sono giornalisti validi che stimo e penso che si capisca». 

I motivi dell’addio

«In questi giorni ci siamo parlati molto con il presidente ci siamo visti tutti i giorni successivi. Abbiamo parlato più in questi giorni che in questa ultima schifosa e interminabile stagione. Abbiamo parlato a cuore aperto e sviscerato tutte le cose per il bene del Perugia. Siamo stati onesti e penso che non c’erano condizioni per trovare una strategia giusta, forte e subito vincente. Ci siamo abbracciati, a livello umano ci saremo sempre l’uno per l’altro»

Le colpe della retrocessione

«Era impossibile retrocedere, ma ci siamo riusciti. Non mi va di parlare. I due responsabili della retrocessione siamo noi, io e il presidente. Io ho ho scelto gli uomini, il presidente ha gestito la società in una maniera non giusta, ma mi fermo qui. Le colpe sono le nostre. Nel girone di andata ho visto di tutto: espulsioni, proteste per le sostituzioni, bestemmie. Dopo Venezia alla squadra ho detto che avremmo rischiato di retrocedere. A dicembre ho fatto una valutazione, pochi giocatori si sarebbero mossi e nei ruoli che ci servivano quasi nessuno. Non c’era la possibilità di fare operazioni che potessero migliorare la rosa. Per questo che abbiamo deciso di cambiare una guida tecnica per cercare un approccio diverso. Piu avanti parleremo della seconda parte di stagione dove abbiamo giocato con gli stessi giocatori della prima: la squadra ha avuto una continua involuzione.Una stagione fatta in questa maniera non mi avrebbe fatto tornare indietro nella decisione, anche con la salvezza».

Il ‘nodo’ settore giovanile

«Tutti i ragazzi più forti della nostra regione devono giocare nel Perugia perché da noi ci sono bravissime persone. Il mio più grande fallimento è non aver creato un sistema forte, dal settore giovanile al modello della prima squadra. Questa è la cosa che mi rimprovero di più».

Il futuro

«In questi anni sono stato il direttore sportivo del Perugia, ho annullato la mia vita sociale. E’ stata una cosa bellissima, esclusiva, finita male. Però credo di essermi meritato di essere il direttore sporitvo del Perugia, come non me lo sono meritato quest’anno. Sono perugino, esiste solo il Perugia ed esisterà solo il Perugia. Finche c’è stato il Perugia ho lavorato solo per questo, ho inseguito un sogno che era di portare il Grifo in A. Ma la retrocessione è un incubo: volevo festeggiare in Corso Vannucci, sono uscito con i vaffanculo dallo stadio. Non penso però che il mio percorso debba essere valutato solo per gli ultimi quattrocento metri».

I sostituti

«l presidente è partito forte, Gianluca saprà dare il suo carattere a questa società. Ho letto del diesse, complimenti perche il presidente ha preso un direttore serio, competente che ha vinto tanto. Ora torno a fare il tifoso e dobbiamo ripartire a razzo e vincere il campionato. Se fossi rimasto avrei detto ai ragazzi: siamo retrocessi in due mesi, ora dobbiamo tornare in B in sette mesi insieme con i nostri tifosi che sono i nostri soci, un valore importantissimo e che spero che siano vicini al presidente per dargli la carica e la lucidità necessaria per portare avanti questa missione».

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