Perugia, Jacopo Dezi: «Viviamo con paura»

Terremoto, il centrocampista abruzzese: «Lo sentiamo anche quando non c’è, ho rivissuto L’Aquila. Il mio gol per i paesi colpiti»

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Jacopo Dezi è stato uno dei grandi protagonisti del poker del Perugia a Vicenza, nell’1-4 che ha rilanciato il ‘Grifo’ in zona playoff. Una vittoria arrivata a poche ore da quel maledetto terremoto che ha sconvolto Norcia ed i suoi dintorni, e che è stato avvertito dai biancorossi in Veneto: il centrocampista abruzzese, in un’intervista rilasciata al portale gianlucadimarzio.com, racconta tutte le sue paure.

dezi-fileminimizerIl timore Dezi è sceso in campo da titolare al ‘Menti’. Dieci ore prima il sisma che ha fatto tremare l’Italia centrale e non solo: «Viviamo con la paura costante, sentiamo il terremoto anche quando non c’è». Lontano il Veneto da Norcia, «ma non abbastanza per non sentirlo; alle 7.41 ci siamo svegliati tutti, siamo usciti dalle camere e ho chiamato subito mamma e papà. Loro l’hanno sentito forte ovviamente, Roseto – è di Atri, a pochi chilometri da Teramo, in Abruzzo, ndr – è in quelle zone. Ho acceso la tv, uno strazio, un dolore immenso. Ho avuto un minuto di brividi, stavo rivivendo L’Aquila. L’unica cosa che ci ha consolato è che non ci sono state vittime».

Il flashback e l’unione Una sensazione ben conosciuta da Dezi: «Ogni volta – ha aggiunto – mi ritorna in mente la stessa cosa: il terremoto a L’Aquila. Io ero appena rientrato a casa e in trenta secondi ho visto l’inferno. E’ stata la notte più brutta della mia vita e ora quest’incubo è tornato. Provi a non pensarci, ma niente è più forte di lui. Con gli altri ragazzi cerchiamo di farci forza a vicenda, di stare insieme e darci conforto. Già giovedì quando ci sono state le altre due scosse ho dormito da Belmonte perché non sarei tornato a casa mia per nulla al mondo, vivo al quarto piano da solo. Alle 19 ero appena rientrato, il tempo di mettermi sul letto e niente, di nuovo l’inferno. Ci si sente insignificanti, in balia della forza della natura e poi è un continuo qua, non si ferma».

San Benedetto di Norcia

San Benedetto di Norcia

Il match e la dedica Poi tutti in campo: «Abbiamo provato – sottolinea Dezi – a pensare alla partita, a regalare un mezzo sorriso a chi ha perso tutto. Credo che questo a prescindere dal risultato della partita, possa essere il nostro vero successo: l’aver fatto sognare – per un attimo – chi in mattinata aveva visto spezzarsi tutti i propri sogni. Se è stato davvero così, ne sarei molto, molto felice. La nostra vittoria è per tutti coloro che ora non hanno più una casa, non hanno più niente. Il mio gol è per Norcia, Castelluccio, Visso, Camerino e gli altri paesi colpiti».

Paura continua Un pensiero che Dezi non riesce a togliersi dalla testa: «Non so più che dire, davvero. Abbiamo paura, cerchiamo – conclude – di non pensarci ma è quasi impossibile. Lo sentiamo, lo sentiamo e lo sentiamo. Mi metto nei panni di chi ha perso tutto in trenta secondi, mi faccio delle domande e non riesco a rispondermi. Stiamo uniti, stiamo insieme ci rialzeremo».

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