Perugia, PD ‘sfrattato’: «Fondazione offesa»

Renzo Patumi, presidente della Fondazione ‘Pietro Conti’: «Perseguitato da imposte locali non pagate e da amministratori di condominio. Cosa dovevo fare?»

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Quel manifesto, appeso ad una parete intrisa di umidità, oggi provoca un sorriso amaro: «Il futuro ci unisce», c’è scritto e mentre tra la Fondazione Pietro Conti e il Partito Democratico c’è polemica sulla vendita dell’immobile che ospita la sede del partito, Renzo Patumi e Fabrizio Bracco, presidente CdA e consigliere d’indirizzo, chiariscono come stanno le cose, per fare chiarezza dopo le tante polemiche: «La verità è che non siamo più in condizione di tenere la sede perché non ci sono le risorse, non perché vogliamo utilizzare le risorse per altro. E mi offende – dice Bracco – leggere che questa è una manovra per favorire altri partiti di sinistra».

LE PAROLE DI PATUMI E BRACCO, VIDEO

«Perseguitato» Particolarmente interessanti alcuni passaggi dell’incontro, che si tiene in una delle stanze dell’immensa sede di piazza della Repubblica 71, a cui si accede attraverso un ingresso ben poco accogliente, con intonaco scrostato e pietre di tufo in bella vista. Senza voler entrare nella metonimia – utilizzare le condizioni della sede come metafora dello stato di salute del partito – registriamo quanto viene riportato dai due referenti della fondazione. In particolare, Patumi racconta di essere «perseguitato da imposte locali non pagate e da amministratori di condominio. Cosa dovevo fare?». Insomma, una decisione inevitabile.

Il PD Il 30 novembre è partita la lettera di fine comodato d’uso gratuito, indirizzata al tesoriere del PD provinciale, Maurizio Mannini. E chiarisce anche il perché si sia rivolto al tesoriere provinciale e non a quello regionale: «Perché a suo tempo – spiega Patumi – il PD regionale voleva andare via, spostandosi a corso Cavour. Lo dico senza polemica ma per opportuna chiarezza storica. A quel tempo sottoscrivemmo il comodato con il PD provinciale perché quello regionale non c’era. Fra l’altro ci tengo a sottolineare che in altre situazioni il PD paga l’affitto alle fondazioni che ne ospitano la sede. Qui decidemmo di non farlo pagare per rispetto alla storia comune».

Vendita frazionata Il valore dell’immobile si aggira intorno ai 600 mila euro, «ma la vendita – conferma Patumi – sarà frazionata. Entro il 15 di aprile sarà formalizzato l’atto, ma sono richiesti dei lavori per rimettere a posto le parti più compromesse e per dividere le utenze. Dovrebbero durare fra i due e i tre mesi. Ecco perché sarà necessario che i locali vengano liberati entro i primi giorni dell’anno». Questi i dettagli tecnici, quelli politici e ‘affettivi’ sono altro.

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