Perugia vs piccioni, pagheranno i cittadini

Il sindaco Romizi ha firmato un’ordinanza che impone a tutti i proprietari di chiudere con reti metalliche finestre e cornicioni. Il tutto ovviamente a spese proprie

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E’ guerra dura, a Perugia, contro i piccioni. Il sindaco Andrea Romizi ha infatti firmato una nuova ordinanza che prevede, da venerdì 1 settembre e fino al 28 febbraio 2018, che tutti i privati e gli enti proprietari, affittuari, possessori o detentori nonché gli amministratori di condominio di fabbricati, abitati o in stato di abbandono, presenti nell’area urbana della città che corrisponde al centro abitato di Perugia, «dovranno adottare misure volte a dissuadere la sosta e la nidificazione dei colombi, facendo tuttavia attenzione a salvaguardare i nidi di volatili migratori quali rondini, rondoni e balestrucci, di cui è vietata la soppressione». 

I problemi Dal Comune spiegano che l’ordinanza prende le mosse dalle numerose segnalazioni, fatte all’amministrazione, relative ad inconvenienti igienici, situazioni d’imbrattamento e degrado, causati dalle colonie di piccioni sempre più numerose in città. Panchine e giochi per bambini inutilizzabili perché sporchi di escrementi, piazzali pubblici e privati imbrattati, così come auto e balconi, materiali vari di nidi e piumaggi nell’aria o per terra danno un’idea di degrado e di incuria con ricadute negative anche in termini di vivibilità della città. A cui si devono necessariamente aggiungere il rischio di deterioramento a cui sono sottoposti beni di pregio storico, artistico e architettonico che, soprattutto in centro storico, sono sottoposti agli escrementi acidi dei piccioni e, non ultimo, il rischio di infezioni veicolate direttamente o indirettamente dai piccioni stessi. La situazione, come evidenzia il piano regionale per il controllo del colombo in città, appare drammatica, dal momento che il tasso di incremento annuo di tali volatili è pari al 150%.

Regolamento A porre rimedio a tutti questi inconvenienti, però, ci dovranno pensare i privati, Così, infatti, è previsto al regolamento di polizia urbana che prevede anche il divieto di alimentare i colombi che vivono allo stato libero. Per questo «appare necessario – scrive il sindaco – al fine di preservare il decoro dell’area urbana della città e evitare inconvenienti di carattere igienico sanitario, promuovere l’adozione di misure volte a dissuadere la sosta e la nidificazione di colombi» che proliferano nei vani sottotetto, sotto a cornicioni, finestre e balconi.

Gli interventi L’obbligo, rivolto a tutti i proprietari, è dunque di chiudere finestre e altre aperture con reti metalliche di maglia non inferiore a 6 centimetri e ostruire cavità nelle pareti con barriere contenenti un foro di 6 centimetri nel terzo inferiore o inserendo nell’apertura un tondino metallico verticale posizionato centralmente in modo da consentire comunque la nidificazione de ‘Passeriformi sinantropici» oppure, ‘molto più semplicemente’, «l’apposizione di dissuasori di varia natura», siano essi sonici, ultrasonici, visivi o a contatto.

Sanzioni Un problema non da poco, per cittadini e amministratori di condominio chiamati a interpretare l’ordinanza e a metterla in pratica nell’arco di appena qualche mese. Con costi, poi, non del tutto indifferenti. Soprattutto, in caso di inadempienze. «A carico di quei soggetti che risultino inadempienti rispetto all’ordinanza – si specifica – accertati a far data dal 01.03.2018 e fino al 31.10.2018 sarà applicata una sanzione amministrativa pecuniaria da 50,00 a 500,00 euro, fatta salva l’applicazione di altre eventuali sanzioni penali ed amministrative previste da leggi e regolamenti».

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