Piacenti si dimette da assessore al bilancio

Terni: dopo il ‘no’ del Riesame, ha rimesso il proprio incarico nelle mani del sindaco. Che lo ringrazia «dal profondo del cuore»

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La decisione era nell’aria dopo il ‘no’ del tribunale del tribunale del Riesame e venerdì pomeriggio è stata ufficializzata dal sindaco Leopoldo Di Girolamo: Vittorio Piacenti D’Ubaldi – coinvolto nella seconda tranche dell’indagine ‘Spada’ – si è dimesso dall’incarico di assessore al bilancio del Comune di Terni.

L’INCHIESTA SUL COMUNE DI TERNI

Leopoldo Di Girolamo

L’annuncio «Ho ricevuto in queste ore, tramite il suo legale – dichiara in una nota il primo cittadino di Terni – la lettera di dimissioni dall’incarico di assessore di Vittorio Piacenti D’Ubaldi. Condivido profondamente la sua convinzione che le vicende personali di chi riveste cariche pubbliche non possano mai essere anteposte al prestigio e all’autorevolezza dell’istituzione che si rappresenta, così come l’impegno nelle istituzioni non possa neanche per un momento distaccarsi dal proseguimento dell’interesse generale».

TERNI, PD PROVINCIALE: «VERO RIMPASTO»

«Grazie dal profondo del cuore» «Convidido con la stessa intensità le parole che parlano di un’esperienza faticosa ma bella, a tratti anche entusiasmante, in anni di grandissime difficoltà politiche, amministrative e finanziarie. Lo ringrazio dal profondo del cuore per il suo contributo, per il suo impegno, per la sua generosità, per le sue capacità e per la sua correttezza. Abbiamo lavorato nell’interesse dell’ente e dei cittadini, soprattutto nell’azione di risanamento dei conti del Comune. Un’azione forte, sofferta, a volte contrastata, ma che è il presupposto essenziale per dare un futuro migliore all’ente stesso, alle amministrazioni che verranno, alla città nel suo complesso».

Thomas De Luca

«Tempo scaduto», parla De Luca (M5S) Per l’esponente pentastellato le dimissioni di Piacenti D’Ubaldi «sono l’ultimo capitolo dell’era Di Girolamo. Cambiando l’ordine degli assessori il sistema non cambia. L’attuale situazione è sotto gli occhi di tutti: da una parte c’è un manipolo di uomini chiusi nel bunker di palazzo Spada dall’altra un’intera città contro di loro, una città unita che non li vuole più, una città pronta a scendere in piazza per chiudere il periodo peggiore della storia di Terni dal dopoguerra. Lo ha espulso come fosse un corpo estraneo, un partito usa e getta che lo ha buttato via senza battere ciglio, disconoscendo il suo ruolo di protagonista di questa consiliatura. La responsabilità politica, la questione morale non riguardano l’uno ma riguarda il sindaco e tutti i partiti che ancora lo sostengono. Tempo scaduto».

Marco Cecconi

«Fallimento» In una nota del capogruppo di FdI in consiglio comunale, Marco Cecconi, si legge che «autore, regista e protagonista principale di questa commedia è il Partito Democratico che farnetica di rilanciare un’azione di governo che in realtà non è mai partita, all’insegna di una forte discontinuità che, se fosse, sarebbe solo rispetto a se stesso. Rimpasto, nuova giunta, un Di Girolamo ter o quater…? Quale che sarà il verdetto dei tribunali o delle sezioni riunite della Corte dei Conti il 24 gennaio prossimo a Roma, la verità delle cose ha un solo nome: fallimento. Economico, politico, amministrativo, morale: l’unica parola concreta che, tra tanto fumo, il PD a Terni non si convince a pronunciare, sebbene sarebbe l’unica che potrebbe forse garantirgli, ma ormai è troppo tardi anche per questo, un qualche onore delle armi».

Enrico Melasecche

«Errori su errori» Per Enrico Melasecche (I love Terni), il primo grave errore di Piacenti D’Ubaldi «è il non aver preso le distanze, pretendendo il beneficio di inventario, per l’eredità del primo quinquennio Di Girolamo, fradicia di debiti pregressi, di cui ha prima pervicacemente negato l’esistenza, firmando bilanci vergognosamente taroccati, poi, in modo odioso caricandoli sul futuro delle famiglie e delle imprese. Ha poi mentito successivamente in varie occasioni anche sull’esistenza dei debiti fuori bilancio. Ricorderemo a lungo Piacenti D’Ubaldi e soprattutto Di Girolamo, lo ricorderanno soprattutto i nostri figli ed i nostri nipoti perché ad ogni Capodanno, da qui al 2045, allo scoccare della mezzanotte sapranno che dovranno lavorare per pagare al Comune nuove imposte per 1,83 milioni di euro cui dovranno aggiungere una quota ancor più alta dei debiti ordinari rinviati con ben tre manovre successive, infine un terzo importo per i debiti fuori bilancio che i consiglieri del PD saranno costretti loro malgrado entro breve a riconoscere a meno che non subentri nel frattempo il commissario governativo visto che stanno facendo di tutto per non bere questo calice avvelenato».

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