Bonifiche nella valle: «Ma vogliamo verità»

Valnestore, fuga in avanti di Enel, ma il comitato avvisa: «Non accettiamo che ciò metta a tacere le inchieste in corso, famiglie meritano risarcimenti»

Condividi questo articolo su

di P.C.

C’è una parola che l’avvocato Valter Biscotti, legale di tanti cittadini che vivono nella Valnestore, ha usato spesso nella conferenza: «Rabbonificare». Una crasi fra ‘bonificare’ e ‘rabbonire’. Un neologismo che sintetizza meglio di qualsiasi analisi giornalistica il senso della fuga in avanti di Enel che, a quanto emerge da un articolo de La Nazione, sarebbe disposta a farsi carico delle bonifiche nei terreni contaminati attorno alla vecchia centrale a carbone di Pietrafitta e lo avrebbe comunicato, nero su bianco, ad Arpa, Regione Umbria, Provincia e Comune di Piegaro.

LA RABBIA DEI CITTADINI, LE SPIEGAZIONI DELL’AVVOCATO – VIDEO

La conferenza stampa

La lettera di Enel Nella comunicazione si parla di «riqualificazione e miglioramento paesaggistico», lì dove sarebbero stati tombati, nei decenni scorsi, rifiuti mescolati alle ceneri e dove – dati emersi dalle analisi Arpa – ci sarebbe un’alta concentrazione di sostanze inquinanti. Terreni su cui è stato consentito addirittura di avviare coltivazioni massive di prodotti alimentari. Una battaglia portata avanti da decenni da un combattivo comitato, che si scontrava con inevitabili interessi economici di chi in quelle terre vive di turismo e agricoltura, e che negli ultimi anni ha ripreso vigore, acquisendo finalmente il giusto clamore, grazie a un’inchiesta giornalistica. Nella sede del comitato c’è una mappa che dimostra, geograficamente, la (presunta) correlazione fra discariche tossiche e incidenza di patologie e morti. «Solo negli ultimi giorni abbiamo seppellito due persone, i nostri soldi se ne vanno a pagare i carri funebri», dice una delle attiviste.

«Non ci fermiamo» Messa così, a leggere la comunicazione di Enel, si potrebbe quasi pensare a una notizia positiva: c’è qualcuno che si fa carico delle bonifiche. Ma non è proprio così. E lo spiega dettagliatamente l’avvocato Biscotti, citando un preciso articolo (il 245 del decreto legislativo 152/2006) in cui si parla di bonifiche compite da soggetti interessati ma non responsabili. Proprio la strada scelta da Enel, che in questo modo – questa la tesi di Biscotti – sta cercando di mettere a tacere le indagini in corso ed evitare l’avvio di un procedimento giudiziario che, per quanto complesso possa essere, potrebbe vederla soccombere. ‘Rabbonificare’, appunto. Ma i cittadini e il legale sono chiari: «Che nessuno pensi che con questa bonifica (semmai ci sarà) si metta una pietra sopra decenni di inquinamento, di malati, di morti. Le famiglie devono avere giusti risarcimenti».

Pensar male «Per quale motivo – si chiede l’avvocato – oggi l’Enel esce in modo così formale e palese, a due anni dal sequestro? A pensar male spesso ci si prende: devo dedurre che gli avvocati hanno consigliato a Enel di muoversi così per mettersi a riparo da qualsiasi contestazione. Perché l’Enel diventa così improvvisamente benefattore verso la Valnestore? Non sarà che l’eventuale ed improvvisa generosità e disponibilità dell’Enel, sia legata alla sua partecipazione alla realizzazione di un nuovo impianto industriale da 90 milioni di euro, con una nuova ciminiera da far ‘digerire meglio’ agli abitanti della Valnestore?». Insomma, una testa di ponte per futuri insediamenti: io pulisco, voi mi fate fare altre cose.

Presenti esponenti del comitato

Colpevole ritardo In realtà, però, l’attività di bonifica era un preciso impegno già persistente sin dalla chiusura della vecchia centrale, un impegno mai rispettato, tanto che, ad esempio, ancora oggi nella zona dove insistono le draghe ci sono perdite persistenti di PCB sui terreni circostanti, materiali particolarmente pericolosi, dannosi per la salute e che hanno inquinato per trent’anni i terreni circostanti. Per non parlare delle ceneri volanti, inalate per decenni dagli abitanti di Piegaro, Panicale e zone limitrofe. Da quelle parti ancora raccontano dei balconi, della auto e delle strade piene di ceneri.

Rischio prescrizione Il legale ha selezionato 250 casi di morti e malati, che sono diventati altrettanti esposti presentati in Procura. «Uno strumento utile anche per procrastinare il termine di prescrizione», sottolinea Biscotti, convinto dell’assoluta necessità di approfonditi accertamenti per verificare la presunta correlazione fra inquinamento e patologie, partendo dal presupposto che in tutta la letteratura scientifica mondiale non ci sono più dubbi sulla relazione tra le attività delle centrali a carbone e l’incidenza di malattie e di morte sia dei lavoratori delle stesse e degli abitanti delle zone limitrofe. Ma gli accertamenti devono essere seri e compiuti da organismi incontestabili: «Non ci possiamo fidare del registro tumori né dell’Asl, che doveva controllare a suo tempo».

«Enel torni a investire in Umbria» Altra richiesta – rivolta alla Regione – è quella che arriva dalle segreterie territoriali e regionali di Filctem Cgil, Flaei Cisl e Uiltec Uil: «Chiediamo, viste le crescenti preoccupazioni che investono il settore elettrico nel nostro territorio, di rivedere o addirittura recedere dall’accordo quadro firmato con Enel, riguardante il futuro delle centrali di Pietrafitta e Bastardo, in quanto è evidente che oggi sono mutati gli scenari della produzione in Italia e il progetto Futur-e, promosso per l’impianto di Bastardo e i vecchi gruppi di Pietrafitta, di fatto certifica la smobilitazione del colosso energetico, senza generare un valore aggiunto per lo sviluppo del territorio e delle comunità locali. Le segreterie sono contrarie al progetto Futur-e promosso da Enel, che ha il solo scopo oggi di vendere i perimetri industriali delle centrali Umbre, chiedono con forza a Regione ed Enel, di replicare in Umbria un modello simile a quello intrapreso a Catania, dove grazie a un investimento di 100 milioni di euro, l’Innovation Lab, insieme alla fabbrica 3SUN ha realizzato un polo tecnologico siciliano di Enel, che a sua volta diventerà anche un campus votato all’innovazione e un acceleratore d’imprenditorialità giovanile destinato a stimolare la ricerca nel settore energetico. Siamo fortemente convinti che la presenza di Enel S.p.A. nel Comune di Gualdo Cattaneo e nella zona di Pietrafitta possa, oggi più che mai, rappresentare un nuovo comparto produttivo attraverso le società del gruppo Enel, che operano nel campo dell’innovazione tecnologica e della formazione, una grande occasione per il territorio di tutti i comuni coinvolti».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli