Polizie provinciali: «La Regione si muova»

Sotto la lente dell’Aipp le situazioni di Terni e Perugia: «Senza risorse si rischia di perdere un patrimonio professionale per l’Umbria»

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Mantenere un numero ‘congruo’ di addetti in pianta organica, evitando il ricorso al portale della mobilità delle pubbliche amministrazione e lo spostamento di agenti alle polizia municipali. Il tutto per mantenere l’efficienza e l’integrità di un Corpo – quello della polizia provinciale, tanto a Terni quanto a Perugia – essenziale in termini di conoscenza del territorio e nelle attività di contrasto ai reati, soprattutto di carattere ambientale.

La legge A lanciare l’appello è l’Associazione italiana agenti e ufficiali di polizia provinciale (Aipp) che invita la Regione Umbria ad «adottare soluzioni adeguate per non restare il fanalino di coda in Italia, in merito alle funzioni di vigilanza in campo naturalistico-ambientale». L’Aipp prova a rimettere ordine, ricordando come la legge 125 del 2015 abbia previsto, per le Province, la possibilità di individuare il personale da mantenere in organico per le attività fondamentali rimaste in capo agli enti, come la tutela ambientale e la regolazione della circolazione stradale. In aggiunta le Regioni possono ‘riallocare’ – a proprie spese – altro personale di polizia provinciale da mantenere presso gli organici delle Province, per lo svolgimento di controlli nelle materie, come caccia e pesca, tornate nella competenza regionale.

«Non disperdere il patrimonio» Per l’Aipp, le Province di Perugia e Terni devono lasciare un organico «un numero congruo di addetti, evitando il ricorso al portale della mobilità o lo spostamento di agenti verso le polizie municipali, per preservare i servizi di polizia ambientale e stradale e non disperdere un patrimonio professionale di competenze e di conoscenza del territorio». Al tempo stesso, secondo l’associazione la Regione «deve fare la sua parte, abbandonando la linea di stanziamenti irrisori per i compiti di polizia in campo faunistico, destinando risorse in modo proporzionale ad entrambe le polizie provinciali umbre. Le possibilità economiche ci sono – spiegano dall’Aipp -. Ad esempio avrebbe poco senso continuare a rifinanziare una convenzione regionale col Corpo forestale dello Stato per centinaia di migliaia di euro annui, in quanto destinato nel 2017 ad essere assorbito dall’Arma dei carabinieri».

‘Guerra tra poveri’ Il rischio, in sostanza, è quello di «disperdere personale con esperienza, per il quale si sono già investite risorse in formazione, aggiornamento e dotazioni, oltretutto alimentando una deprecabile ‘guerra tra poveri’ tra gli agenti delle polizie provinciali di Terni e Perugia che va assolutamente evitata. Altre regioni come Veneto, Lombardia, Piemonte, Lazio ed Emilia Romagna hanno adottato, insieme con le province, soluzioni tali da non forzare il personale ad abbandonare la propria professione, scongiurando l’impoverimento dei compiti di prevenzione e repressione degli illeciti ambientali».

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