Primario arrestato: ‘mazzetta’ da medico

Perugia: l’indagine dei carabinieri su Antonino Appignani andava avanti da tempo. Ora è ai domiciliari. I legali: «Attendiamo gli atti»

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Il primario di chirurgia pediatrica dell’università di Perugia, Antonino Appignani, è stato arrestato nella giornata di venerdì. L’operazione dei carabinieri di Assisi, coordinati dal maggiore Marco Vetrulli, è scattata fra la mattina e il primo pomeriggio all’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia è si è conclusa con l’arrestato del medico 69enne in flagranza di reato, mentre incassava soldi da un collaboratore. Da qui l’accusa di concussione.

Ai domiciliari L’indagine su Appignani, che si trova ristretto ai domiciliari, è stata coordinata dalla procura della Repubblica di Perugia, è durata diverso tempo ed a portarla materialmente a termine sono stati i militari in borghese, intervenuti subito dopo il passaggio di mano di una somma di denaro. C’è ovviamente il massimo riserbo da parte degli inquirenti, ma la cifra che il primario si apprestava ad intascare sarebbe di qualche migliaio di euro.

Chi è Antonino Appignani è stato ricercatore universitario di Chirurgia Pediatrica dell’università di Bologna dal 1980 al 1999, professore associato dell’università di Perugia dal 1999 al 2006, professore ordinario dal 2006 ad oggi. È direttore della struttura complessa di clinica chirurgica pediatrica dell’ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia. E’ autore di 250 pubblicazioni a stampa tra lavori scientifici, capitoli di libri e monografie. Ha partecipato come relatore e moderatore ad oltre 200 tra congressi e corsi di aggiornamento in Italia ed all’estero. Ha eseguito in prima persona 12 mila interventi chirurgici dei quali oltre il 50% di alta ed altissima chirurgia.

‘Incastrato’ Gli accertamenti dei militari sono andati avanti per mesi. E nonostante gli inquirenti siano particolarmente cauti, sulla vicenda, all’ospedale e all’università non si parla d’altro. Venerdì i carabinieri della Compagnia di Assisi, in borghese, sono entrati nel suo ufficio proprio un attimo dopo che era uscito un ricercatore. L’ipotesi è che sia stato proprio quest’ultimo20, un sottoposto del professor Appignani, a ‘tendere la trappola’ e a rivolgersi ai carabinieri.

Perché C’era, in ballo, il rinnovo di una convenzione. Che, per il ricercatore, un medico non proprio giovanissimo, significava un futuro lavorativo più stabile e certo. Ma le condizioni per poter ottenere il rinnovo potrebbero non essere state del tutto lecite, nonostante con la ‘mazzetta’ il primario avesse assicurato solo di riportare in Senato accademico una pratica che, per l’università di Perugia, era comunque a costo zero. ‘Un’oliata al sistema’, come si dice in gergo, per sveltire la pratica e assicurarsi la proroga con la consegna di una busta contenente qualche migliaio di euro e la certezza di un lavoro anche domani.

La difesa Da parte degli inquirenti le bocche rimangono cucite, per la delicatezza del caso. Ma non è poi così azzardato immaginare che sia stato proprio il collega di Appignani a rivolgersi ai carabinieri e a concordare con loro il blitz al momento dello scambio del denaro, venerdì pomeriggio, proprio dentro l’ospedale Santa Maria della Misericordia. Il primario, accusato di concussione, è difeso dagli avvocati Mattia Maso e Ettore Grenchi del foro di Bologna. «Non abbiamo ricevuto, ancora, alcuna comunicazione ufficiale – spiega Maso -. Siamo in contatto con il professore ma attendiamo la notifica dell’udienza di convalida dell’arresto. Al momento è prematuro parlare, prima almeno di aver visionato l’intera documentazione circa la posizione del nostro assistito».

Mirko Bertozzi

L’ospedale Ma intanto prosegue regolarmente l’attività della clinica chirurgica pediatrica dell’ospedale di Perugia dopo l’arresto del direttore Appignani. Il direttore generale dell’azienda ospedaliera, Emilio Duca, sta seguendo da vicino l’evolversi della situazione per assicurare che l’assistenza si svolga regolarmente. A coordinare il lavoro è ora il dottor Mirko Bertozzi, vice di Appignani. Lunedì intanto l’università di Perugia valuterà la posizione del chirurgo per eventuali provvedimenti. Appignani è infatti docente dell’ateneo e operava in ospedale in virtù di una convenzione.

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