Privatizzazione Asm: «Perdita per Terni»

L’Unione sindacale di base si scaglia contro l’ipotesi: «Primo passo verso l’introduzione di interessi orientati solo al profitto»

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di Federazione USB Terni

Il consiglio comunale di Terni ha approvato l’atto di indirizzo che impegna il sindaco e la giunta ad avviare la vendita di quote di capitale di Asm SpA. Con la solita strategia di chi vuole ‘indorare’ la pillola usando la vuota retorica, nell’atto di indirizzo si ‘predica bene’, riferendosi alla ricerca del giusto equilibrio tra mantenimento del controllo pubblico a garanzia dei cittadini e cessione di quote a privati, ma in realtà si ‘razzola male’: basta leggere le parole-chiave per capire quale decisione è stata di fatto presa.

Anche da quanto emerge dalla stampa, la privatizzazione, non è un’ipotesi così remota come si vorrebbe far credere bensì è, invece, pericolosamente dietro l’angolo. Nel corso del tentativo di conciliazione tenutosi in prefettura con l’Usb e le Rsu, sono apparse da subito inaffidabili e non credibili le rassicurazioni dell’amministrazione comunale e per questo è stato confermato inevitabilmente lo stato di agitazione del personale di Asm.

I lavoratori sono stati invitati alla mobilitazione ed hanno prontamente risposto, perché consapevoli che la vendita di una quota dell’azienda è solo il primo passo verso l’introduzione di interessi diversi ed orientati esclusivamente al profitto, con una riduzione progressiva del controllo e del potere decisionale dei cittadini. La vendita di quote di Asm risponde sostanzialmente a due obiettivi, il primo dei quali è quello becero e spregiudicato di fare cassa per un Comune alle prese con il pre-dissesto, azzerando peraltro ogni possibilità di sviluppo dell’azienda. Il secondo è quello, ancor più grave ed eticamente discutibile, di rispondere ad interessi sostanzialmente lontani da quelli dei cittadini. Siamo certi infatti, che con questa scelta si darà avvio ad una fase nella quale le priorità dell’azienda e di questi importanti servizi per i cittadini, saranno piegati ad altri interessi, lontani dal territorio e dai lavoratori.

La partita che la proprietà di Asm sta giocando e che vede la cessione di quote azionarie nei confronti di Marche Multi Servizi, rappresenta al di là delle bugie che si leggono sulla stampa, il ‘cavallo di Troia’ per far entrare una società privata nell’azienda. Basta verificare la composizione societaria che vede il Gruppo Hera al 48%, nominando anche l’amministratore delegato. È inoltre notizia di questi giorni dell’acquisto da parte di Acea (che avanza alla conquista del territorio provinciale ternano) del 25% della quota privata del settore idrico e depurazione (SII) prima detenuta da Seven Trend.

Un quadro complessivo quindi, che in prospettiva determinerà la progressiva estromissione del consiglio comunale e quindi dei cittadini dalle politiche di investimento, crescita e sviluppo di Asm. La crescita dell’azienda in questi anni non è stata bloccata dalla contrapposizione – come la chiamano i consiglieri comunali firmatari dell’atto di indirizzo – tra privatizzatori (quali essi sono, di fatto) e sostenitori del mantenimento della totale titolarità pubblica, di cui peraltro come Usb siamo non a caso convinti sostenitori, ma dai debiti della proprietà.

L’Usb sostiene che nell’azienda non solo si può, ma si deve investire. L’Asm deve essere riorganizzata e rilanciata per dare risposte di efficienza e qualità, ma senza cederne parte della proprietà a soggetti di fatto privati che gestirebbero secondo una logica prettamente di mercato, perseguendo alti profitti attraverso lo sfruttamento dei lavoratori, l’abbassamento della qualità dei servizi erogati e l’incremento dei costi per i cittadini. Sbagliato sottovalutare l’intelligenza dei lavoratori di Asm che non si fanno certo raggirare da comunicati stampa scritti in politichese da alcuni consiglieri comunali che forse non vivono la realtà ternana.

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