Uno sciopero di due ore, dalle 12 alle 14 di venerdì 16 ottobre indetto congiuntamente dal personale dipendente della Provincia di Perugia e di Terni. Martedì mattina una conferenza stampa della Rsu indetta alla vigilia di una nuova riunione dell’Osservatorio regionale, «per fare il punto sulla gravissima situazione in cui versa l’Ente».
Scenario inedito «L’impossibilità di approvare il bilancio nei termini previsti – si legge in una nota diffusa dalle sigle sindacali – oltre a compromettere l’erogazione di servizi già fortemente ridotti a causa delle misure imposte dalla legge di stabilità 2015, disegna uno scenario inedito dagli effetti non prevedibili sia sul versante stipendiale che sul versante dei processi di mobilità del personale». Tali effetti «rischiano di compromettere i già difficili ed incerti processi di riordino istituzionale e di ricollocazione del personale».
Ricollocazione dei dipendenti Al primo punto tra le richieste della Rsu «la ricollocazione in Regione di tutti i dipendenti delle due Province, assegnati alle funzioni delegate, ovvero 241, secondo la fotografia scattata l’8 aprile 2014, e il veloce completamento del processo di riordino delle stesse funzioni a livello regionale, a cui deve seguire l’attivazione di tutte le procedure di mobilità previste dal decreto, riservandole al personale non collocato nelle suddette funzioni».
Quadro finanziario I dati forniti dalla Regione «non concordato con gli obblighi di completa ricollocazione dei 241 dipendenti assegnati alle funzioni delegate – hanno spiegato i rappresentanti sindacali provinciali – infatti si parla di solo 150-181 dipendenti», da cui scaturirebbe un nucleo di «60-90 unità non ricollocati sulle funzioni non fondamentali». L’atto adottato dalla Giunta regionale del 28 settembre «e non ancora pubblicato non permette di avere un quadro finanziario definito, che indichi se gli stanziamenti siano solo per il 2015 o anche per l’anno 2016».
I Comuni Altro problema il fatto che «ad oggi nessun Comune, nonostante sia richiesto dalla legge, abbia ufficializzato con atti e risorse le disponibilità di posti. Da qui il problema sulla gestione delle funzioni turismo e cultura che la legge regionale destina ai Comuni o alle unioni di Comuni». C’è poi «tutta la partita ancora da affrontare legata alla polizia provinciale: 113 agenti a Perugia e 20 a Terni che la Regione pensa di ricollocare per i due terzi presso i Comuni, lasciando il resto in seno alle Province e quindi a carico dei loro bilanci, ampliando così il numero dei dipendenti a rischio mobilità . A ciò si aggiunge «il personale ex Anas – 93 a Perugia e 42 a Terni – per viabilità regionale, che rimane in carico ai bilanci delle Province senza copertura finanziaria».
I Centri per l’impiego Infine, si è fatto il punto sul personale dei Centri per l’impiego, formazione, politiche attive del lavoro: «139 unità tra Perugia e Terni, di cui 55 a tempo determinato con il contratto in scadenza al 31 dicembre 2015, in attesa di definizione del nuovo modello organizzativo dei servizi e delle convenzioni Stato-Regioni. I sindacati non si accontentano più: «Dal tavolo di governance di mercoledì si devono tradurre in atti pratici i passaggi da attuare e devono uscire garanzie per i lavoratori».