Referendum giustizia: per cosa si va a votare? Facciamo chiarezza

Italiani chiamate alle urne il 12 giugno: i quesiti spiegati uno per uno

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di L.M.

Cosa si andrà a votare il 12 giugno? Secondo quanto riportato dall’istituto Demopolis, per il 66% dei cittadini la giustizia deve essere cambiata perché poco efficiente ma un ulteriore studio ha riportato che 3 persone su 4 non sanno per cosa si andrà a votare, o meglio, su cosa verte il referendum abrogativo.

I cinque quesiti del 12 giugno

Separazione delle funzioni dei magistrati
Cancellazione del decreto Severino su decadenza e incandidabilità dei condannati in via definitiva per reati gravi contro la pubblica amministrazione
Nuovi limiti per la custodia cautelare
Sistema di elezione del Csm
‘Pagella’ degli avvocati ai magistrati

Separazione delle funzioni dei magistrati

Il referendum propone che le carriere dei magistrati vengano tenute separate ‘per garantire a tutti un giudice che sia veramente terzo’, riporta il sito della Lega. All’inizio della propria carriera ogni magistrato sarà tenuto a scegliere, in caso di vittoria del ‘sì’ al referendum, la funzione giudicante o requirente, per conservare il ruolo durante tutta la vita professionale.

Cancellazione del decreto Severino

Tra le priorità ravvisate dal referendum vi è la cancellazione del decreto Severino, con la conseguente decadenza di sindaci e amministratori locali condannati. Il decreto Severino prevede l’incandidabilità, l’ineleggibilità e la decadenza dei parlamentari, rappresentanti di Governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali, in caso di condanna. Il decreto prevede inoltre la sospensione della carica anche se la condanna sopraggiunge successivamente al conferimento della carica suddetta.

Nuovi limiti per la custodia cautelare

Circa i limiti proposti dal referendum contro gli abusi della custodia cautelare, trovano fondamento sul fatto che circa mille persone ogni anno vengono incarcerate per poi dimostrarsi innocenti: dal 1992 al 2020 si sono registrati 29.452 casi. Il carcere preventivo è uno strumento di cui a lungo si è abusato, venendo meno al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza. Laddove il referendum abbia esito positivo, resterebbe in vigore la carcerazione preventiva per chi commette reati gravi ma verrebbe abolita la possibilità di procedere con le misure cautelari laddove vi sia una ‘reiterazione del medesimo reato’.

Sistema di elezione del Csm

Il Consiglio Superiore della magistratura è l’organo indipendente dei magistrati che ne regola la relativa carriera. Il Csm è presieduto dal presidente della Repubblica, gli altri componenti sono eletti per due terzi dai magistrati, il restante terzo viene eletto dal parlamento in seduta comune, per un totale di 24 membri. Un magistrato che desidera essere eletto al Csm, deve trovare dalle 25 alle 50 firme per presentare la propria candidatura, obbligo che decadrebbe laddove il referendum avesse esito positivo. Con la vittoria del ‘sì’ verrebbero ristabiliti i parametri sanciti dalla legge originale del 1958, secondo cui tutti i magistrati in servizio possono proporsi in veste di membri del Csm, presentando semplicemente la propria candidatura, eliminando del tutto gli orientamenti politici che possono venirsi a creare con l’attuale sistema di elezione.

‘Pagelle’ degli avvocati ai magistrati

La valutazione in merito al lavoro svolto dai magistrati viene effettuata dal Csm, che decide in funzione delle considerazioni apportate dai consigli giudiziari, organismi territoriali di cui fanno parte i soli magistrati. Possono prender parte ai consigli giudiziari anche avvocati e professori universitari, rappresentando un terzo dei membri dell’organismo, gli stessi però, sono esclusi dalle discussioni e dalle votazioni che riguardino le competenze dei giudici. Laddove il referendum avesse esito positivo, la facoltà di valutazione verrebbe estesa anche alla componente laica dei consigli.

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