Riassetto sedi Rai, Perugia con Bologna

Il piano sarà presentato il 22 dicembre: Umbria accorpata nell’area Centro-Nord. Scomparirà la figura del direttore. Chiusa l’edizione TgR della mezzanotte

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Nasceranno cinque macro aree dell’informazione e della produzione televisiva regionale della Rai. Ognuna di queste sarà governata da un manager con poteri speciali e da un direttore responsabile dell’informazione e quindi dei tg regionali. L’Umbria finirà nell’area Centro-Nord, con Emilia Romagna, Marche e Toscana. Il centro di produzione di riferimento sarà quello di Bologna. Questo è quanto prevede il Piano di riforma studiato da Carlo Verdelli, direttore editoriale per l’offerta informativa della Rai.

La sede Rai di Bologna

La sede Rai di Bologna

Il parere del CdA Il piano – come anticipato da Aldo Fontanarosa su Repubblica – sarà sottoposto al Consiglio di Amministrazione della Rai giovedì 22 dicembre. Le 21 sedi regionali non saranno toccate ma avranno sopra di loro un organismo interregionale, con a capo un ‘super coordinatore’ che avrà voce in capitolo su strutture, attrezzature e persone impiegate nelle sedi territoriali, sia per lo spettacolo sia per l’informazione.

Carlo Verdelli

Carlo Verdelli

Il megadirettore Non ci sarà più un direttore di testata regionale: al suo posto un caporedattore. Mentre la responsabilità ricadrà sul megadirettore di ‘Newsroom Italia’, il nuovo polo informativo che unirà RaiNews24 e TgR, che nelle intenzioni di Verdelli dovrà produrre un flusso continuo di notizie sia dal mondo sia da ogni parte del nostro Paese. Cinque vicedirettori seguiranno da vicino le edizioni regionali delle cinque macroaree. Per contenere le spese sarà inoltre chiusa l’edizione della mezzanotte, che incide sul bilancio Rai soprattutto per gli straordinari. Allo studio una fusione tra Rai Parlamento e Gr Parlamento mentre la testata Rai24 dovrebbe accorpare il sito Rainews.it e Televideo.

Razionalizzazione di mezzi e personale Se il piano andrà in porto, con ogni probabilità non vedremo più i mezzi dell’esterna di Napoli per il concerto da Assisi o la messa in onda della messa domenicale dalla cattedrale. Ogni macro area infatti dovrà fare da sé nella gestione dei mezzi di produzione, oltre che della burocrazia amministrativa. Previsti accorpamenti degli uffici e razionalizzazione del personale a supporto dei telegiornali regionali. Ogni sede regionale avrà almeno 15 giornalisti, fra i quali almeno un ‘redattore multimediale territoriale’, abile con le nuove tecnologie e capace di realizzare un servizio da solo e andare in diretta praticamente in tempo reale.

Norcia, immagini Sky in onda su RaiNews24

Norcia, immagini Sky in onda su RaiNews24

La ‘macchia’ da Norcia Da questo punto di vista proprio l’Umbria, suo malgrado, è oggetto delle polemiche sui ‘tempi di reazione’ dell’informazione Rai. In occasione delle scosse di terremoto di fine ottobre, la tv pubblica è stata spesso battuta sul tempo da Sky nei collegamenti live, fino al punto da suscitare prese di posizione di alcuni parlamentari e degli stessi giornalisti: «Abbiamo gli inviati ma non ci arrivano i mezzi, sistema elefantiaco», scrisse su Twitter la giornalista Angela Caponnetto. Le telecamere c’erano, ma servivano a registrare immagini da montare in un servizio, non a collegarsi in diretta. Quelli di Sky invece avevano i cosiddetti ‘zainetti’: tecnologia agile e veloce che consente di inviare immagini live usando la rete telefonica. L’ansia di rivincita fece fare un passo falso a RaiNews24: famose le immagini in diretta da Norcia mandate in onda col commento del direttore Antonio Di Bella dopo la scossa del 30 ottobre. Una ‘macchia’ come si dice in gergo. Peccato che quelle immagini fossero proprio della troupe di SkyTg24, diretta da Sarah Varetto. Inciampi in cui la tv di Stato non vuole più cadere. Da qui l’accelerata al piano Verdelli.

Alvaro Fiorucci

Alvaro Fiorucci

Il contropiede Usando una metafora calcistica, una volta incassato il gol sui collegamenti live, la squadra Rai è partita al contrattacco sugli approfondimenti e sulle storie: in questo settore si sono ben disimpegnate sia la testata nazionale di RaiNews24 sia quella regionale, diretta da Alvaro Fiorucci, che ha saputo raccontare nei tg le storie delle persone colpite dal terremoto che provano lentamente a ritornare alla normalità, contribuendo a tenere accesi i riflettori della tv di stato su una vicenda che i media nazionali stanno inevitabilmente abbandonando, sopraffatti dalla stretta attualità. Un post su Facebook condiviso dal direttore il 31 ottobre rivendicava con orgoglio che i giornalisti Rai fossero gli unici presenti a Norcia in quel momento.

Le altre macro-aree Detto dell’area Centro-Nord, le altre quattro macro strutture Rai saranno quella di Nord-Ovest (Liguria, Valle D’Aosta, Sardegna e Piemonte, con Torino come centro di produzione di riferimento); l’area Nord-Est (Friuli, Trentino, Veneto e Lombardia, con Milano centro di produzione); l’area Centro-Sud (Lazio, Abruzzo, Molise e Puglia, con Roma punto di riferimento); quindi l’area Sud (Sicilia, Calabria, Basilicata e Campania, con Napoli centro di produzione di riferimento). Oltre alle 21 sedi regionali, resteranno in vita alcune ‘sedi distaccate’ come Sassari, Catania e Udine, considerate strategiche.

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