Sangemini, politica commerciale sotto tiro

Le Rsu attaccano: «Aumentati solo i listini. Non c’è forza di pretendere quanto dovuto dai clienti. Il mercato vola, noi no»

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Non si placano i mal di pancia sindacali e gli allarmi in seno al gruppo Ami che comprende anche la Sangemini. Su punto anche a Monticchio (Potenza), negli stabilimenti Gaudianello, le rsu della Flai Cgil attaccano la dirigenza che – a loro giudizio – starebbe «bypassando i rapporti sindacali con i territori, al punto da non rispondere alle richieste di una call per chiedere spiegazioni in merito alle numerose problematiche. A partire dal fatto che l’azienda non ha provveduto a versare quanto dovuto ai dipendenti tramite assicurazioni private né tantomeno ha versato i soldi sul fondo sanitario integrativo, impedendo così ai lavoratori di usufruirne». Le Rsu Cgil dello stabilimento lucano denunciano anche le «pessime condizioni di lavoro. In questi giorni di pioggia, l’acqua entra negli stabilimenti finendo sui quadri elettrici e mettendo a rischio la sicurezza dei lavoratori». Sotto la lente anche la richiesta dei ticket per la spesa: «Mai ricevuto risposta nonostante molti lavoratori siano in grave difficoltà economica». Parole, queste, che riecheggiano anche in Umbria nel contesto di una vertenza che l’azienda vuole mantenere su un piano nazionale ma che, per molti, dovrebbe avere un ‘taglio’ regionale. Da qui gli appelli alle istituzioni, Regione Umbria in testa. Dallo stabilimento sangeminese, dove i lavoratori sottolineano allo stesso modo alcune carenze in termini di sicurezza – non diverse da quelle con cui sono costretti a fare i conti i colleghi della Gaudianello – così come l’assenza di materiali per la produzione che, in una fase in cui il mercato delle acque minerali è ai massimi, non consente di fare quei profitti che in diverse condizioni sarebbero stati del tutto naturali, ‘benedetti’.

Rsu Sangemini: «Politica commerciale dannosa»

Che il clima non sia dei piàù sereni, lo conferma la nota diffusa giovedì dalle Rsu dello stabilimento Sangemini – Flai Cgil, Fai Cisl, Uila Uil: «È inaccettabile e risibile sentirsi dire che la situazione aziendale è particolarmente grave a seguito del lockdown imposto per arginare la diffusione del Covid-19. Non solo perchè in base ai dati resi noti da riviste specializzate nel settore beverage, le vendite di acqua minerale in Italia, a marzo del 2020, hanno fatto registrare un incremento superiore ai 20 punti percentuali rispetto ai volumi dello stesso periodo dell’anno precedente, ma soprattutto percheè la nostra realtà – affermano le Rsu sangeminesi – evidenzia in modo inequivocabile che siamo vittime sacrificali di una politica commerciale completamente fallimentare, orchestrata da chi, nella sua vita lavorativa, non si è mai occupato di niente di simile, ma piuttosto è sempre stato impegnato a vendere fumo con risultati neanche eclatanti. Una politica commerciale che in questo delicatissimo momento di difficoltà economica a causa della pandemia globale è stata solo capace di partorire l’aumento dei listini di tutte le referenze prodotte da Ami senza poi essere in grado o avere la forza di pretendere quanto dovuto dai tanti clienti in ritardo con i pagamenti».

«Rete di vendita non efficiente»

«Giova ricordare che, secondo una delle teorie per aumentare la motivazione al lavoro, il risultato si ottiene a fronte di un trattamento economico equo e dalla soddisfazione di ciò che si è ottenuto in cambio del lavoro svolto. In sintesi – osservano le rappresentanze sindacali di Cgil, Cisl e Uil – maggiore è il compenso, maggiore sarà il coinvolgimento del lavoratore. Con un compenso minore, invece, si sentirà meno valorizzato e meno coinvolto, fino al punto di decidere di abbandonare o trascurare completamente il lavoro. Come può quindi essere efficiente una rete vendita che da mesi e mesi non percepisce quanto di sua spettanza? Risulta evidente che per ridare efficienza ed efficacia alle strategie commerciali è assolutamente vitale far ricoprire certi incarichi a persone con il giusto know-how e la necessaria esperienza. Tutti i lavoratori dei siti Sangemini e Amerino, da parte loro, continueranno a garantire, come hanno sempre fatto, le produzioni necessarie a soddisfare le richieste del mercato, mentre noi impiegheremo tutte le energie affinchè l’obiettivo della salvaguardia dei livelli occupazionali e produttivi sia universalmente condiviso da tutte le forze istituzionali e tutte le forze politiche».

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