Sanità Umbria: «Liste d’attesa chiuse». La Regione replica e puntualizza

Terni – L’intervento dell’assessorato alla sanità in seguito a quanto dichiarato ad umbriaOn da una donna ternana

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In merito all’articolo pubblicato il 31 gennaio 2024 dal titolo «Liste d’attesa chiuse in tutta l’Umbria, da cinque anni senza colonscopia», sulla base di quanto riscontrato dalla società PuntoZero Scarl, l’assessorato regionale alla salute e alle politiche sociali ritiene necessario fare alcune puntualizzazioni.


In termini generali, le agende per gli appuntamenti delle prestazioni sanitarie sono aperte e pertanto l’affermazione sulle agende chiuse è errata. Può capitare che le agende per gli appuntamenti, aperte per un anno, risultino sature e quindi i pazienti, se accettano, entrano nel percorso della presa in carico. Analizzando il caso della signora, si evidenzia che la stessa ha eseguito l’esame nel 2016 e che le sia stata data indicazione a ripeterlo entro 2 anni, quindi arriviamo al 2018 quando ancora il Piano nazionale di governo delle liste di attesa (Pngla) non prevedeva i percorsi di tutela come invece ha previsto il Pngla emanato a metà del 2019. La signora, quando si presenta allo sportello e non trova appuntamento può essere inserita, se vuole, nel percorso di tutela per la prestazione richiesta. Il percorso di tutela fa sì che si generi l’appuntamento, non appena è presente disponibilità nelle agende che sono aperte per un periodo minimo di 12 mesi. Per il caso specifico dell’articolo, non si fa riferimento alla compilazione della prescrizione e quindi non è nota la classe di priorità con la quale la prestazione è stata richiesta e non è possibile rintracciare se la signora sia mai entrata in percorso di tutela, in quanto anonimo. Tutti gli operatori operanti ai Cup e al Nus di PuntoZero hanno la tassativa indicazione ad informare correttamente gli utenti precisando, appunto, che le agende non sono chiuse perché non possono esserlo per legge, ma nel caso in cui non vi sia disponibilità nei tempi corrispondenti alla classe Rao, indicata nella prescrizione, viene avviato il percorso di tutela, salvo chiaro rifiuto del paziente. Nel periodo post Covid sono stati attuati vari progetti per il recupero delle prestazioni pregresse e questo ha portato ad evadere completamente le prescrizioni di colonscopia in percorso di tutela sino alla metà del 2023.

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